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Smart mobility, in Italia 400 milioni di business: +18% in un anno



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Gestione dei parcheggi e sharing trainano gli investimenti. Sempre di più le auto connesse, sono 16,9 milioni, il 42% del totale e il valore delle soluzioni balza dell’11% a 1,56 miliardi. Miragliotta: “Profonda trasformazione alimentata dalla necessità di ridurre le emissioni inquinanti, dalle nuove aspettative dei consumatori e dall’evoluzione tecnologica”

Pubblicato il 28 mag 2024




Il giro d’affari legato al settore delle auto connesse e della mobilità smart, in Italia, continua a crescere. Nel 2023 il mercato nazionale ha raggiunto un valore di 2,9 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto al 2022. Un risultato di tutto rispetto, se messo in relazione a quello dei principali Paesi occidentali, che presentano una crescita tra il +10% e il +20%.

In particolare, le soluzioni per l’auto connessa valgono 1,56 miliardi di euro (+11%), i sistemi di Advanced Driver Assistance Systems (Adas) integrati nei nuovi modelli, come la frenata automatica d’emergenza o il mantenimento del veicolo in corsia, raggiungono i 950 milioni di euro (+28%), mentre le soluzioni Smart Mobility nelle città, in primis per la gestione dei parcheggi e la sharing mobility, valgono 400 milioni di euro, +18%. A fine 2023 nel nostro Paese si contano 16,9 milioni di auto connesse, poco meno della metà del parco circolante (42%), uno ogni quattro abitanti.

A dirlo è la ricerca dell’Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi durante il convegno: “Accelerare verso una mobilità connessa e sostenibile: è tempo di cambiare marcia”.

La connettività come pilastro per lo sviluppo della mobilità intelligente

Secondo Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Connected Car & Mobility, “sempre più aziende sono in grado di raccogliere grandi quantità di dati da veicoli e infrastrutture connesse, utilizzabili per offrire nuovi servizi di valore. E i risultati si vedono: nel 2023 il fatturato della vendita di servizi è cresciuto del 29%, toccando i 620 milioni di euro. Sul fronte normativo, incide sia l’obbligo a partire dal 2024 di integrare specifici Adas all’interno di tutte le vetture di nuova immatricolazione che quello dal 2035 di immatricolare solo veicoli a zero emissioni. La connettività avrà un ruolo molto importante nella gestione dei nuovi modelli elettrici e ibridi, e nel garantire scambi di informazioni tra veicolo e infrastruttura”.
Giovanni Miragliotta, responsabile scientifico dell’Osservatorio Connected Car & Mobility, aggiunge: “Il settore Automotive sta attraversando una fase di profonda trasformazione, alimentata dalle pressioni legate alla necessità di ridurre le emissioni inquinanti, dai cambiamenti nelle aspettative dei consumatori e dalle innovazioni tecnologiche. Tra queste spicca l’intelligenza artificiale. L’AI Generativa è in grado di produrre dati sintetici e sviluppare ambienti di test virtuali, accelerando così lo sviluppo di algoritmi per la guida autonoma in modo più sicuro ed efficiente. In sostanza, l’AI potrà generare scenari simulati per testare le proprie capacità, e i dati ricavati potranno essere successivamente utilizzati per ottimizzare continuamente questi ambienti di prova, in un processo ciclico che contribuirà a migliorare sicurezza e diffusione dei veicoli a guida autonoma”.

Il boom delle auto connesse

Nel 2023 le immatricolazioni di auto in Italia hanno superato 1,5 milioni di unità, (+19% vs 2022), ma ancora lontano dal picco di 1,9 milioni raggiunto nel 2019. Solo il 4,2% del totale (66.300 unità, + 0,5% rispetto al 2022) sono elettriche, mentre le vetture ibride plug-in scendono al 4,4% (-0,7%). Guardando al parco circolante, i veicoli elettrici salgono a 220mila unità e le ibride plug-in a 242mila, rappresentando complessivamente solo l’1,1% del totale.

Sono invece, come accennato,16,9 milioni le auto connesse nel nostro Paese. Tra queste, si registrano 5,1 milioni di auto nativamente connesse tramite sim in ambito consumer (+19% vs 2022), 1,5 milioni di auto aziendali connesse per il fleet management (+25%) e 10,3 milioni di box Gps/Gprs per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative (+3%). Sul fronte dell’auto a guida autonoma, solo il 15% degli utenti si dichiara propenso a utilizzarne una nei prossimi anni. I principali motivi tra chi è favorevole sono la comodità di “poter fare altre attività durante il tragitto” (43%), la maggiore sicurezza (34%) e la possibilità di trovare parcheggio autonomamente (29%).


Cresce la sensibilità verso la Smart Mobility

Il tema Smart Mobility è considerato fondamentale o molto rilevante da più di quattro comuni italiani su cinque (83%) con popolazione superiore ai 15mila abitanti. Sono in lieve aumento le iniziative: nel 2023 il 53% dei comuni ha avviato progetti, nel 2022 erano il 50%. Poco più di tre comuni su quattro (77%) hanno avviato almeno un progetto nel triennio 2021-2023, con mobilità elettrica (88%) e sharing mobility (72%) ai primi posti. Per il futuro, si guarda anche a nuove sperimentazioni, in primis in ambito guida autonoma (31%), Air Mobility e Mobility as a Service (MaaS, 16%).
Il 29% dei comuni (-14% vs 2022) non utilizza i dati generati dai progetti, anche se il 16% dichiara di volerli utilizzare in futuro, riconoscendone l’importanza strategica. Rispetto al 2022, aumentano le iniziative che sfruttano i dati per offrire servizi ai cittadini o condividerli con altre società (25%, +9%). Ancora, però, con utilizzo prevalente di tipo informativo o diagnostico: nessun comune utilizza i dati in modo adattivo, sfruttando algoritmi di Intelligenza Artificiale.
Nel triennio 2021-23 aumenta il numero di iniziative dei progetti MaaS (Mobility as-a-service) attivati a livello globale, (+47% vs 2018-20). In Italia l’attenzione dei comuni è rivolta all’attivazione di diverse sperimentazioni in questo ambito, anche grazie ad ulteriori stanziamenti del Pnrr dedicati al progetto “MaaS4Italy” nel 2023: 16 milioni di euro destinati a progetti pilota che mirino ad espandere l’utilizzo della mobilità integrata. Tra i servizi MaaS di maggiore interesse per il consumatore troviamo il trasporto pubblico urbano (30%), le soluzioni per il parcheggio (24%) e il car sharing (18%).



L’interesse per le Smart Road e le prospettive del consumatore

Il 2023 è stato un anno molto importante per lo sviluppo di Smart Road & Smart Infrastructure, a livello nazionale e internazionale: dei 258 progetti censiti a partire dal 2015 a livello globale, ben 141 sono stati lanciati nel biennio 2022-23 (2023: 70; 2022: 71, +48% vs 2021). In Italia sono 19 le iniziative attivate negli ultimi tre anni, con esempi recenti particolarmente virtuosi, a riprova dell’impegno e dell’interesse del Paese su questo fronte.
Cresce d’altra parte la percentuale di consumatori italiani che possiede un’auto con almeno una funzionalità smart (44% nel 2023). La propensione del consumatore a fruire di nuovi servizi di Smart Mobility è piuttosto elevata, con il 71% che si dichiara interessato a tali iniziative. Le soluzioni più desiderate riguardano il trasporto pubblico locale (23%) e la gestione dei parcheggi (20%).
Tuttavia, di fronte a tante innovazioni che di anno in anno trovano sempre più spazio nel mercato, secondo un’indagine realizzata in collaborazione con Bva Doxa, il 75% degli Italiani non è soddisfatto di come il proprio comune affronta i problemi legati alla mobilità urbana (per esempio traffico, carenza di parcheggi e piste ciclabili). Tra gli aspetti più critici l’affidabilità dei tempi di arrivo previsti dei mezzi di trasposto pubblico (27%), l’esperienza di viaggio durante lo spostamento vero e proprio (25%) e le modalità di prenotazione e pagamento del servizio (14%). Il 40% dei cittadini sta già oggi riducendo l’utilizzo dell’auto a vantaggio di soluzioni alternative come il car sharing o la micromobilità. Le fasce di popolazione più senior (55-74 anni) sono meno disposte a privarsi della propria auto privata. Al più, cercano di minimizzare gli spostamenti (45%) o monitorano le proprie abitudini di guida per renderle più sostenibili (38%). Al contrario, poco meno di un consumatore su quattro (24%) punta su trasporti alternativi, con i più giovani (18-34 anni) tra i principali promotori di questo cambiamento.

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