IL REPORT

Smart factory leva per l’economia, mercato da 1.500 mld di dollari

Studio Capgemini: previsto l’incremento dell’1,7% di investimenti. Ma servono forti skill e una cultura di processi data-driven per liberare il potenziale tecnologico. Cina, Germania e Giappone trainano il settore

Pubblicato il 12 Nov 2019

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Tocca quota 1.500 miliardi di dollari il valore stimato dalle smart factory entro il 2024. Emerge dallo studio del Capgemini Research Institute secondo cui la “fabbrica intelligente” è destinata ad aumentare produttività, incremento di qualità e quota di mercato, insieme a una migliore customer experience. Ma l’obiettivo sarà raggiunto solo se verranno implementati un forte programma di governance e una cultura di operation data driven.

Il mercato delle sole piattaforme di produzione intelligenti ha raggiunto 4,4 miliardi di dollari nel 2019 e dovrebbe crescere costantemente nei prossimi cinque anni.

Secondo la nuova ricerca, Cina, Germania e Giappone sono i primi tre paesi in termini di adozione delle smart factory, seguiti a stretto giro da Corea del Sud, Stati Uniti e Francia.

Gli ostacoli alla smart factory

Due le sfide che emergono dal report “Smart Factories @ Scale: convergenza fra IT e sistemi di operational technology e l’ampliamento della gamma di competenze e capacità richieste per guidare la trasformazione, incluse le capacità interfunzionali, le soft skill, oltre al talento digitale.

Rispetto a due anni fa – dice Capgemini – sempre più aziende implementano iniziative smart e un terzo delle fabbriche sono già state trasformate in strutture intelligenti. “I produttori prevedono di incrementare del 40% il numero di smart factory nei prossimi cinque anni e di aumentare gli investimenti annui di 1,7 volte rispetto agli ultimi tre anni”.

Sulla base del potenziale di crescita si stima che le smart factory possano incrementare l’economia globale di una cifra compresa tra 1.500 e 2.200 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.

Nel 2017 era stato rilevato da Capgemini che il 43% delle aziende aveva già messo in atto dei progetti di smart factory, una percentuale salita al 68% in due anni. La tecnologia 5G è destinata a diventare un elemento fondamentale, in quanto le sue caratteristiche offrirebbero ai produttori l’opportunità di introdurre o migliorare una varietà di applicazioni in tempo reale altamente affidabili.

Smart factory, la vision delle aziende

Nonostante le premesse positive, i produttori ritengono che sia difficile raggiungere il successo, tanto che solo il 14% degli intervistati afferma che le proprie iniziative già in atto siano “di successo”, mentre quasi il 60% delle organizzazioni dichiara di incontrare difficoltà nel portarle su scala.

Serve che le aziende prendano esempio dagli high performer, che rappresentano il 10% del campione totale, investono significativamente in piattaforme digitali, disponibilità dei dati, cybersecurity, competenze e governance e hanno un approccio equilibrato tra “efficienza nella progettazione” ed “efficacia nelle operazioni”, sfruttando le potenzialità dei dati e la collaborazione.

“Una fabbrica è un ecosistema vivente complesso – dice Gerardo Ciccone, Mals & Cprd Director, Capgemini Business Unit Italy – dove la prossima frontiera è rappresentata dall’efficienza dei sistemi di produzione invece che dalla produttività del lavoro. Dati sicuri, interazioni in tempo reale e connessioni tra mondo fisico e virtuale faranno la differenza. Per sbloccare tutto il potenziale della smart factory, le organizzazioni devono progettare e implementare un forte programma di governance e sviluppare una cultura di processi data-driven”.

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