Le reti intelligenti per l'erogazione dell’energia potrebbero
far risparmiare all’Europa 52 miliardi di euro ogni anno, secondo
i grandi player del settore che si sono uniti nella Smart energy
demand coalition per promuovere la leadership europea nelle smart
grid. I risparmi si produrrebbero grazie alla riduzione della
dispersione di energia sulla rete di distribuzione elettrica,
tramite l’uso di sistemi automatizzati; inoltre i contatori
intelligenti incoraggerebbero i consumatori a tenere sotto
controllo il consumo di energia.
Le utility potrebbero anche contare su altri vantaggi, come la
possibilità di abbassare il voltaggio del sistema, fa notare Chris
King, chief regulatory officer di eMeter. Tolti i costi necessari,
come l’installazione degli smart meter e del nuovo software, il
beneficio netto sarebbe comunque di 31 miliardi di euro l’anno,
calcola King.
La nuova coalizione, presentata ieri a Bruxelles, include tra i
suoi membri l’Enel e la società elettrica francese Edf, aziende
tecnologiche come Landis & Gyr e eMeter e il think-tank VaasaETT.
Sorta sul modello di un’associazione analoga americana, la Demand
response and smart grid coalition (Drsg), il suo obiettivo è
fornire ai governi informazioni che guidino verso lo sviluppo di
politiche per le reti intelligenti e di far conoscere i benefici
della domanda di energia erogata con sistemi smart.
Per la Smart energy demand coalition quel che conta in primo luogo
è infatti informare i consumatori sui modi migliori per sfruttare
i nuovi contatori intelligenti e trarre vantaggio dall'utilizzo
delle tariffe orarie e delle informazioni real time sul consumo di
energia. L’Europa spende infatti miliardi di euro nello sviluppo
delle tecnologie che richiedono reti intelligenti, ma scarsa
attenzione viene dedicata alla messa a punto di programmi per
educare la domanda, per esempio per spiegare come ridurre i
consumi, fanno notare i membri della coalizione.
Ci sono poi alcuni problemi da risolvere, sottolinea John Harris,
vice-president di Landis & Gyr. Innanzitutto, in Ue esiste un gap
regolatorio che nemmeno gli obiettivi del Piano 2020 sono riusciti
a chiudere (il programma richiede di portare i contatori
intelligenti nell’80% delle case fra dieci anni). E mentre il
processo di standardizzazione è stato avviato, in modo da arrivare
a definire “che cosa siano un sistema intelligente e uno smart
meter”, conclude Harris, resta da capire chi pagherà il roll-out
dei contatori intelligenti, una questione quanto mai spinosa su un
mercato liberalizzato come quello dell’Ue.