Smart Italy: la soluzione è intesa pubblico-privato

Pubblicato il 13 Lug 2016

L’importanza della cooperazione tra aziende e pubblica amministrazione e della formazione delle nuove generazioni sono stati i punti salienti del workshop “Il Futuro delle Smart City” tenutosi durante il Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria a Santa Margherita Ligure, che ha visto l’intervento di Marco Steardo, Direttore Corporate EDF Fenice; Enzo Lavolta, Presidente Fondazione Torino Smart City; Paolo Tosco, Responsabile Ricerca & Laboratori EDISON, e Michele Francioni, CEO RINA Services.

“Il Sistema Italia, grazie alla sua capacità di innovare, deve approfittare della transizione energetica per rendere più performante il sistema produttivo”. Questa in sintesi – nelle parole di Nicolas Katcharov, Amministratore Delegato di EDF Fenice – la posizione di EDF Fenice emersa nei due giorni organizzati da Confindustria Giovani a Santa Margherita Ligure. Secondo Katcharov “L’energia è una leva fondamentale per creare la competitività del Sistema Italia. Gli investimenti in efficienza energetica sono certamente un mezzo per ottenere questi risultati”.

Ma per rendere più performante il sistema produttivo è necessario che l’Italia diventi una Smart Country e che la collaborazione pubblico-privato favorisca gli investimenti. Durante i lavori, infatti, è emerso come attualmente non sia l’investimento tecnologico a scoraggiare le imprese, che sono innovative, ma i fattori di contorno. Non aiutano l’instabilità regolatoria, la scarsa tutela degli investitori di fronte al rischio di controparte, la politica industriale del Paese non incentivante. Per questo, secondo EDF Fenice, da Smart Factory dobbiamo andare oltre le Smart City per puntare alla Smart Country.

Durante la tavola rotonda è emerso come lo sviluppo consapevole delle aree urbane imponga una sempre più stretta sinergia tra le scelte dell’industria e della pubblica amministrazione, per creare una visione globale condivisa sull’innovazione, l’efficienza energetica e le policy ambientali.

Come ha sottolineato Marco Steardo, “quando si parla di efficienza energetica e sostenibilità, l’approccio sistemico è molto importante; stesso discorso vale anche per l’innovazione, che deve diventare la premessa per soluzioni Smart nell’industria e per una loro ricaduta positiva sul territorio. È importante guardare con attenzione agli investimenti nei processi produttivi anche pensando ai benefici prodotti dalla riduzione delle emissioni di CO2”.

Le idee infatti ci sono e il mercato anche. In Europa sono 370 le proposte di progetti e soluzioni che sono state avanzate da più di 3000 partner in rappresentanza di 31 Paesi. Si tratta di industrie, autorità pubbliche, agenzie non governative, accademie di ricerca. Tra queste, la più alta partecipazione si registra in Paesi come Gran Bretagna, Olanda, Germania, Spagna, Grecia e Italia; solo il Belpaese ha presentato 1.311 progetti totali che hanno coinvolto 158 Comuni e circa 15 milioni di cittadini beneficiari, per investimenti totali pari a 3,7 miliardi di euro.

Come ha poi sottolineato il giorno successivo Nicolas Katcharov, “EDF Fenice è fra i pionieri di questo approccio: una capacità di fare tipicamente italiana, supportata dalla forza dei suoi azionisti che sono tra i primi operatori energetici in Europa. L’esperienza maturata negli ultimi 15 anni in materia di gestione dell’energia ci permette oggi di esportare il nostro know-how in altri Paesi, entrando in mercati come quelli delle nazioni che si affacciano sul Mediterraneo con il ruolo di partner di alcuni dei più importanti gruppi industriali”.

Per quanto riguarda le nuove generazioni, l’obiettivo principale per EDF Fenice è la formazione. In collaborazione con il Politecnico di Torino, EDF Fenice ha lanciato il primo Master di II livello in “Efficienza energetica e sostenibilità nell’industria”, che si propone di formare figure professionali con competenze energetiche e ambientali di altissimo livello, coerentemente con le indicazioni in materia di riduzione delle emissioni di carbonio definite dalla COP21 di Parigi.

“Gli effetti delle scelte intraprese sull’efficienza energetica e la sostenibilità hanno anche un impatto rispetto al valore del patrimonio delle imprese e alla loro immagine – ha commentato Marco Steardo. Far crescere nuove competenze manageriali appositamente formate rappresenta un valore di cui le aziende potranno beneficiare in futuro”.

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