Multimodalità, quindi possibilità di muoversi in nella smart city in modo conveniente utilizzando tutti i mezzi a disposizione alternativi all’auto privata. Un’unica piattaforma digitale di pagamento da cui accedere a tutti i servizi. Amministrazioni pubbliche e aziende di trasporto che pianificano i servizi ai cittadini prendendo decisioni basate sui dati, e non su vecchi criteri che spesso non si sono dimostrato al 100% affidabili. Sono questi i tre trend emergenti nel campo della smart mobility secondo Yovav Meydad, portavoce e vice president marketing di Moovit App Global, che spiega la sua vision in un’intervista a CorCom. Moovit è oggi l‘app per la mobilità urbana più utilizzata al mondo, e integra in unica piattaforma servizi di mobilità urbana pubblici e condivisi, quindi autobus, metropolitane, tram, treni regionali, taxi, bike sharing, scooter sharing e monopattini elettrici. Meydad è per la società, che ha base a Tel Aviv, una sorta di memoria storica, dal momento che è in azienda da pochi mesi dopo il debutto dell’applicazione: era il 2013, e il mercato era ancora tutto da esplorare e conquistare. Negli ultimi sette anni Moovit è riuscita a coinvolgere 720 milioni di utenti in 98 Paesi e 3mila aree metropolitane, supporta 45 lingue e conta su 400mila contributors, oltre che su clienti del calibro di Microsoft e Uber. Al di là dell’offerta per l’utente finale, però, Moovit mette anche a disposizione una serie di servizi rivolti alle pubbliche amministrazioni e alle aziende della mobilità, basate sull’analisi dei dati (5 miliardi quelli raccolti quotidianamente in forma anonima su scala globale) e su soluzioni tecnologiche in grado di migliorare l’efficienza dei servizi.
Meydad, ci dice di più sui trend del momento?
Il primo è la multimodalità, sui cui abbiamo iniziato a investire tre anni fa con l’obiettivo di interconnettere attraverso la nostra infrastruttura tutti i service provider che operano nel campo della mobilità: tutto ciò che esiste in città deve poter essere utilizzato dai nostri utenti attraverso una singola app per prendere la decisione migliore. Questo è uno degli elementi che ci distinguono dai nostri concorrenti: fino a oggi siamo già risusciti a integrare più di 360 diversi operatori che offrono trasporto su bici, scooter, car sharing, taxi, monopattini e tutte le altre complementari ai mezzi pubblici. Il secondo aspetto su cui ci stiamo evolvendo parte dalla considerazione che l’utente ha bisogno di avere una sola applicazione che gli fornisca tutte le informazioni, ma che gli dia anche la possibilità di pagare per ogni servizio di mobilità, senza spostarsi da una piattaforma all’altra. E’ un elemento chiave per semplificare e migliorare la user experience. Anche in questo caso abbiamo adottato un criterio di aggregazione, che risponde alla logica “plan, pay and ride”: su Moovit sarà possibile pianificare lo spostamento, pagare ed essere accompagnati utilizzando nella massima comodità sempre la stessa applicazione.
Come pensate di arrivare a questo risultato?
Abbiamo investito molto e stiamo investendo su questa tecnologia, e stiamo siglando i primi accordi con compagnie di mobile payment e di ticketing. Tra queste, solo per fare un esempio, c’è Cubic, tra i leader del settore in Nord America, dove tratta il 70% delle transazioni sul trasporto pubblico, e nel Regno Unito, dove gestisce la piattaforma delle Oyster Card. Il concetto di base è che più l’esperienza per gli utenti sarà semplice, più saranno portati a utilizzare per spostarsi sistemi diversi dall’auto privata. La nostra mission è di aiutare le città nella transizione dall’utilizzo dei mezzi di trasporto privati a quello del trasporto pubblico e della mobilità condivisa.
A questo si collega il terzo trend, quello dell’utilizzo dei dati per migliorare i servizi…
Abbiamo milioni di utenti, e quindi raccogliamo miliardi di dati ogni giorno in modo rigorosamente anonimo. Li aggreghiamo e li analizziamo, offrendo ai nostri clienti prodotti che potranno metterli in grado di perdere decisioni basate sulle reali necessità, senza che servano grandi investimenti infrastrutturali sulle flotte. Un esempio è il sistema TimePro di Moovit: il conducente del bus porta con sé a bordo del bus un semplice smartphone, o un tablet, e questo darà a lui tutte le informazioni sulla strada da fare e sulla tabella di marcia del mezzo, e allo stesso tempo consentirà agli utenti che utilizzano l’app di conoscere con esattezza i tempi di attesa. E’ un mezzo che nono prevede interventi sulla flotta e contribuisce a migliorare il livello del servizio, accrescere la soddisfazione degli utenti e quindi indirettamente per far aumentare i “numeri” del trasporto pubblico. Inoltre siamo impegnati a condividere la conoscenza e le esperienze migliori tra i nostri team internazionali: è un tema particolarmente importante nel settore pubblico, dove i tempi dell’innovazione potrebbero essere lunghi e dove l’informazione sulle nuove frontiere della tecnologia è meno costante. Poter contare su soluzioni già sperimentate con successo in questi casi può essere un elemento che mette le amministrazioni nelle condizioni di risparmiare sia in termini di costi sia in termini di tempo.
Che interesse state riscontrando in Italia?
Notiamo una grande volontà di migliorare la qualità dei servizi di trasporto grazie all’utilizzo della tecnologia. Questo mercato è molto importante per noi, e stiamo registrando un interesse crescente. Abbiamo un team dedicato all’Italia, i cui componenti vengono da diversi dipartimenti, e prevediamo a breve anche qualche nuova assunzione. Oggi riusciamo a coprire l’intero Paese, con servizi e dati sul trasporto pubblico in più di 220 città oltre i 50mila abitanti. Negli anni abbiamo siglato numerose partnership con operatori del trasporto pubblico e amministrazioni locali, grazie a questi accordi di collaborazione il servizio di monitoraggio della flotta in tempo reale è già attivo in oltre 60 città italiane. Con molte amministrazioni lavoriamo fianco a fianco per offrire una visione d’insieme della mobilità cittadina e contribuire a migliorare i servizi.
Utilizzate l’intelligenza artificiale?
Siamo una data-driven company, con un team di più di 10 data scientist su duecento dipendenti, e utilizziamo l’analisi dei dati e il machine learning in tutte le situazioni in cui è possibile. Per fare un esempio sull’intelligenza artificiale, nel nostro database abbiamo circa 6 milioni di fermate degli autobus di settemila aziende di trasporto. Sarebbe un’impresa intervenire manualmente ogni volta che viene spostata la fermata di un bus, e quindi abbiamo sviluppato un sistema automatico basato sul machine learning che è in grado di svolgere questo compito. Il software non fa altro che servirsi della localizzazione delle persone che utilizzano l’app e prendono i mezzi pubblici per avere conferma che le fermate siano tutte “al loro posto”: se vengono spostate per lavori stradali o altro l’app è in grado di aggiornarsi automaticamente e pressoché in tempo reale. Allo stesso modo il nostro sistema è in grado di verificare che le fotografie inserite dagli utenti in crowdsourcing per localizzare le fermate siano pertinenti, e di rimuovere quelle sbagliate o fuori luogo, garantendo affidabilità al servizio.
Quali prospettive può aprire il 5G per i vostri servizi ad esempio nel campo della realtà virtuale?
La connettività è un aspetto centrale per fornire servizi sempre migliori Ma sulla realtà virtuale siamo già lavorando, e abbiamo in sperimentazione un sistema, che sarà rilasciato in tempi molto rapidi, in grado di accompagnare gli utenti nei loro spostamenti integrando il classico servizio di localizzazione sulla mappa con quello in virtual reality. Tenendo lo smartphone o il tablet in posizione orizzontale ci si potrà muovere guardando la mappa, mentre alzandolo in posizione verticale si inquadrerà la strada e verranno visualizzate le indicazioni su dove andare con sovrimpressioni dinamiche.
Da poco avete pubblicato il vostro Global report. come ne esce l’Italia?
Abbiamo confrontato i dati di 99 città in 25 Paesi per avere una prospettiva globale e consentire ai decision maker per capire il loro posizionamento rispetto agli altri. In Italia si vedono differenze tra il Nord e il Sud, che si stanno però riducendo rispetto ai report precedenti: il Meridione sta recuperando. Questo trend dimostra che l’intero Paese sta investendo nel migliorare i servizi di mobilità, e che questo sta dando risultati. Il report indica anche cosa vorrebbero gli utenti per essere convinti a utilizzare di più i mezzi pubblici e i servizi di micromobilità: in Italia al primo posto c’è l’accuratezza degli orari d’arrivo, e questa è un’indicazione di cui i player del settore dovrebbero fare tesoro per fare il salto di qualità, grazie anche alle possibilità offerte dall’analisi dei big data”.