Le vendite di Smart tv sono destinate a crescere nei prossimi anni ma ci sono ancora diversi problemi per la piena affermazione di questo nuovo tipo di televisore “intelligente”, in grado di collegarsi in rete e assumere funzionalità tipiche di pc o altri dispositivi: per esempio le sue future possibilità di successo sono parzialmente oscurate dai cicli di vita troppo lunghi degli apparecchi televisivi e dalla frammentazione di piattaforme e standard.
Secondo le ultime previsioni sull’andamento delle Smart tv elaborate da Informa Telecoms & Media, nel 2017 gli apparecchi televisivi per tv “intelligenti” venduti nel mondo saranno oltre 220 milioni, un notevole passo avanti rispetto ai 54 milioni del 2012. Entro cinque anni il 31% delle famiglie del pianeta possiederà almeno una Smart Tv, con una penetrazione più elevata in America settentrionale (63%) e in Europa occidentale (64%).
Ma ci sono ancora ostacoli sul cammino della tv “intelligente”. I ricercatori spiegano che, avendo un ciclo di vita piuttosto lungo, gli apparecchi televisivi non sono il giusto “nido” per il “digital home”, perché per vivere l’esperienza digitale all’interno della propria abitazione i più adatti sono i dispositivi che vengono sostituiti con maggiore velocità come smartphones, tablets, set-top boxes e games consoles.
Come sottolinea Andrew Ladbrook, senior analyst presso Informa Telecoms & Media, “le Smart Tv acquistate nel 2011 o 2012 non saranno più in grado di eseguire quelle funzioni che diventeranno standard nel 2015 per mancanza del necessario hardware”. In pratica una tv “intelligente” acquistata oggi sarà obsoleta entro soli tre anni.
Questa scommessa a breve termine da parte dei produttori incide in vari modi sulle potenzialità del dispositivo. Per esempio i notiziari continuano a essere diffusi solo dagli ultimi modelli di Smart tv – HBO Go, Skype, Onlive, Bbc’s Sport app – con la conseguenza che chi ha comprato una Smart Tv l’anno scorso non può vedere le notizie oggi.
L’altra questione ancora irrisolta riguarda la frammentazione di piattaforme e standard. Ogni piattaforma di ogni tipo di Smart Tv richiede apps sviluppate “su misura” e questo non fa che favorire i leader di mercato, attualmente Samsung e LG.
Inoltre, sempre secondo Ladbrook, “se le tv vogliono essere veramente ‘smart’ devono fare più che offrire un’ampia varietà di servizi video online. Devono invece aggiungere funzionalità avanzate come i servizi di controllo della voce e del movimento, interfacce-utenti che siano attraenti e comunicazioni a doppio binario con altri dispositivi smart, i cosiddetti ‘secondi schermi’. I prodotti – conclude – dovrebbero impegnarsi meno ad aggiungere contenuti e puntare piuttosto a migliorare l’interazione dell’utente con quegli stessi contenuti”.