AMBIENTE

“Smart”, una app per combattere il bracconaggio

Sviluppato da un team di scienziati della Wildlife Conservation Society un sistema informatico in grado di aumentare il controllo delle zone faunistiche più a rischio

Pubblicato il 20 Ago 2016

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La lotta ai crimini contro la natura e la fauna, dal bracconaggio al traffico di animali selvatici, passa anche attraverso un’app. O meglio, attraverso una piattaforma informatica che, raccogliendo e analizzando dati sui pattugliamenti dei ranger, ha permesso di far aumentare del 250% l’individuazione di casi di attività illegali. Sono i risultati raggiunti da un team di scienziati della Wildlife Conservation Society (Wcs), dell’Università di York e della Wildlife Authority dell’Uganda grazie all’utilizzo del sistema SMART (Spatial Monitoring and Reporting Tool).

Utilizzando i dati dei ranger raccolti con SMART – piattaforma informatica scaricabile gratuitamente e usata in 120 aree protette di 43 Paesi – i ricercatori hanno sviluppato un metodo per migliorare la distribuzione delle pattuglie di controllo, focalizzandole su diversi obiettivi di conservazione. In questo modo sono riusciti a individuare in anticipo le aree più vulnerabili alle attività illegali, concentrando lì i loro sforzi.

A fare da terreno di prova è stata l’area protetta Queen Elizabeth in Uganda, dove grazie alle informazioni raccolte da SMART l’individuazione di casi di bracconaggio e di altre attività illegali è più che triplicata. Un risultato raggiunto senza aver aumentato le risorse a disposizione dei ranger, ma solo distribuendole meglio sul territorio.

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