LAVORO AGILE

Smart working, Radaelli: “Così nasce la nuova cultura d’impresa”

Il presidente di Anitec sul disegno di legge in Senato dopo l’estate: “Con il digitale occasione di rilancio e nuova occupazione. Più alta qualità della vita e maggiore motivazione per i collaboratori”

Pubblicato il 16 Ago 2016

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“L’innovazione tecnologica ha portato alla trasformazione dei modelli d’impresa e di business e l’organizzazione del lavoro, a tutti i livelli, è il perno di questo cambiamento. Per questo riteniamo molto positivo il fatto che il cosiddetto smart working sia al centro di un processo normativo che vede impegnati in prima battuta Governo e Parlamento“. Lo dice Cristiano Radaelli, presidente Anitec (l’associazione confindustriale dell’Ict e dell’elettronica di consumo), commentando l’approvazione in commissione Lavoro del Senato – che risale a pochi giorni fa – del disegno di legge sul lavoro agile. Il testo dovrebbe approdare all’esame dell’aula subito dopo la pausa estiva. “Governare questo cambiamento – prosegue Radaelli – è ciò che permette, nell’epoca dell’industria 4.0 mediante l’utilizzo delle moderne tecnologie e applicazioni digitali, di creare una occasione di rilancio e nuova occupazione e al contempo migliorare la qualità della vita dei collaboratori e la loro motivazione”.

Tra i “punti fermi” indicati da Anitec nel corso dei dibattiti delle scorse settimane sul lavoro agile (e nel merito del disegno di legge del Governo in materia di lavoro agile – ddl 2233 – attualmente in discussione e quello complementare presentato dai senatori Sacconi, D’Ascola, Marinello e Pagano – ddl 2229 ci sono la flessibilità dell’orario di lavoro senza venir meno al diritto alla disconnessione, il mantenimento di un ammontare minimo di ore di lavoro in sede, a contatto diretto con colleghi e collaboratori, la formazione alla sicurezza sul lavoro, la valutazione dell’attività svolta in base al raggiungimento degli obiettivi.

“Al di là dell’importanza normativa, un punto basilare è però la trasformazione della cultura d’impresa – aggiunge Radaelli – Uno dei principali freni alla crescita del Paese è un persistente attaccamento a una cultura arretrata nelle organizzazioni, sia pubbliche che private. Da parte delle imprese, è soprattutto necessario concepire gli strumenti innovativi come occasione di investimento e rilancio della produttività, non tanto come occasione tattica di risparmio sui costi produttivi. Per questo, il lavoro agile comporta un grande cambiamento di cultura e non solo dà un grande contributo al fine di meglio conciliare casa-lavoro – conclude – ma è altresì uno strumento che permette di incentivare e migliorare la produttività di dipendenti e manager, a tutti i livelli“.

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