LA RICERCA

“Smartphone in standby, solo i servizi leva di crescita”

Studio Cmt per Accenture: il mercato consumer electronics deve puntare su innovazione e servizi per contrastare lo stallo della domanda. L’Italia si conferma grande consumatrice di hi-tech

Pubblicato il 22 Feb 2016

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Lo scenario italiano si caratterizza rispetto a quello del resto d’Europa per i più alti tassi di penetrazione di smartphone (91%) e tablet (60%), rispetto a percentuali del 77% e 49%. Nonostante il mercato italiano presenti margini di crescita più ampi rispetto alla media Ue (il 56% degli intervistati dichiara di voler comprare entro l’anno un nuovo smartphone contro una media europea del 41%), la crescita è comunque inferiore al passato: l’8% in meno rispetto alle rilevazioni 2015.

E’ quanto emerge dalla ricerca “Igniting growth in consumer technology” realizzata da Communication Media and Technology per Accenture, che indaga la percezione che i consumatori hanno di dispositivi, servizi, e contenuti digitali provenienti dal mondo dei produttori di hardware (smartphone, tablet, Pc, Tv), gli operatori Tlc e i player di Internet. Lo studio, che ha coinvolto su scala globale 28mila consumatori in 28 Paesi, analizza i comportamenti di acquisto, la preferenza e la fiducia negli erogatori di servizi e il futuro dei loro relativi stili di vita.

Più alta della media europea anche la percentuale di consumatori intenzionati a comprare tablet, il 36%, contro il 24% europeo, e Tv: il 38%, rispetto al 27% dei consumatori europei. Uguale alle altre nazioni europee la percentuale di italiani che pensa di acquistare un computer portatile: 25%, segno di un mercato, sottolinea Accenture in una nota, dove non si prevedono innovazioni sostanziali, che ha raggiunto la maturità in tutti gli Stati.

Dallo studio i consumatori italiani emergono in molti settori come “early adopter” rispetto alle innovazioni: il 34% ha appena comprato un nuovo dispositivo, rispetto al 24% degli europei. Ed è proprio l’innovazione, sia in termini di funzionalità all’avanguardia che di una migliore esperienza d’uso, a essere il fattore determinante per sostenere il mercato: è ciò che spinge il 50% degli italiani a un nuovo acquisto, rispetto al 37% dei più pragmatici tedeschi, al 39% degli inglesi e alla media europea del 38%.

Gli italiani si dimostrano “early adopter” anche per quanto riguarda i pagamenti da mobile: il 57% li usa o è intenzionato ad utilizzarli (12% e 45% rispettivamente) contro una media europea del 42%. Tra l’altro, anche la frequenza di utilizzo dei pagamenti da mobile è più alta che in Europa: il 65% dichiara di servirsene giornalmente (20%) o almeno una volta a settimana (45%), mentre in Europa la percentuale scende ad un 48% (rispettivamente 17% e 31%).

Quanto alla spesa e alla fruizione di servizi, lo studio fornisce uno scenario di mercato in stand-by. Se l’11% dei consumatori italiani ha in programma di aumentare la spesa mensile dai propri servizi mobili, l’acquisto di dispositivi come smartphone, tablet e computer portatili registrano un decremento del 20% rispetto al 2014. “Un segnale, questo – sottolinea la nota – di quanto sia importante innovare l’offerta di servizi per cogliere nuove opportunità di mercato, anche alla luce della scarsa propensione all’acquisto di nuovi dispositivi hardware”.

Marginali le percentuali di crescita nella domanda di dispositivi IoT (Internet of Things), mercato su cui il settore stava contando per sostenere la crescita, sebbene in Italia emergano valori superiori rispetto alla media europea: il 20% pensa di comprare un dispositivo indossabile per il fitness (il doppio rispetto al 10% degli Europei), il 17% un sistema di sicurezza domestico connesso (vs una media europea dell’8%), un altro 17% di dispositivi indossabili legati alla salute, il 16% uno smartwatch, il 15% termostati per case intelligenti. Tra i principali deterrenti all’acquisto i costi elevati (64%) e la preoccupazione rispetto ai rischi per la privacy (29%) e la sicurezza (29%).

“I dati del nostro studio – spiega Michele Marrone, Senior managing director di Cmt per Italia, Europa Centrale e Grecia – confermano quanto sia importante l’innovazione per sostenere il mercato: in mancanza di prodotti e servizi davvero nuovi e dirompenti rispetto al passato il mercato rischia una fase di stagnazione”. “Il settore dell’elettronica di consumo – prosegue – presenta una flessione nei trend di crescita anche in Italia, sebbene ci siano margini di ottimismo. La chiave di volta per sostenere le industry dell’ecosistema consiste nello sviluppo dell’Internet delle Cose, che può consentire lo sviluppo di una nuova era di servizi digitali all’avanguardia, in grado di facilitare e migliorare la vita quotidiana dei consumatori”.

“Lo scenario che emerge dalla nostra indagine – aggiunge Marrone – offre grandi opportunità anche agli operatori di telefonia: alla luce di un consumatore poco intenzionato a spendere grandi cifre in dispositivi hardware, in una fase in cui il settore soffre l’assenza di una nuova dirompente innovazione, proporre servizi a valore aggiunto può influire fortemente sulla spesa media mensile dei singoli consumatori. A giocare un ruolo determinante, inoltre – conclude – sono le modalità con cui le imprese si prenderanno cura della sicurezza dei consumatori, preoccupazione principale di un’ampia fetta della popolazione”.

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