LO STUDIO

Smartphone “usa e getta” killer del clima, l’allarme della Ue

L’analisi dell’European Environmental Bureau: prolungare di un anno la “vita” dei device elettronici eviterebbe l’emissione di 4 milioni di tonnellate di Co2

Pubblicato il 20 Set 2019

Four people each have a cell phone in the office

Smartphone più a lunga durata fa rima con eco-sostenibilità. Emerge dallo studio commissionato dall’European Environmental Bureau, secondo cui prolungare la durata di vita di smartphone e altri dispositivi di un solo anno consentirebbe all’Europa di evitare 4 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica l’anno fino al 2030. L’equivalente della “eliminazione” dalle strade di 2 milioni di automobili per un anno.

Secondo il gruppo, da sempre impegnato contro l’obsolescenza programmata, la produzione di smartphone ha l’impatto più grande sulle emissioni e di solito sono utilizzati solo per tre anni.

Obsolescenza, le nuove regole europee

Computer portatili, lavatrici e aspirapolveri vengono utilizzati in media rispettivamente 6 anni, 11,4 anni e 6,5 anni. In base a nuove norme Ue che attendono solo l’adozione formale da parte della Commissione europea, a partire dal 2021 i produttori di televisori, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e prodotti per l’illuminazione, dovranno garantire che questi prodotti possano essere facilmente smontati e dovranno mettere parti di ricambio e informazioni per la riparazione a disposizione di riparatori professionisti.

Secondo lo studio la produzione di smartphone ha il maggiore impatto sul clima tra i prodotti analizzati (elettrodomestici), mentre le lavatrici sono in cima alle classifiche quando è inclusa l’energia di cui hanno bisogno durante l’uso.

L’intero ciclo di vita degli smartphone europei è responsabile di 14 milioni di tonnellate di emissioni (CO2eq) ogni anno, superiore al budget di carbonio della Lettonia nel 2017.

La durata media di uno smartphone in Europa è di tre anni, con vendite l’anno di quasi 211 milioni di unità. I laptop durano circa sei anni, mentre lavatrici e aspirapolvere 11.4 e 6.5, rispettivamente.

L’estensione della durata di vita di smartphone e laptop, aumentando la possibilità di riparazione, secondo il gruppo di studio si pone come priorità in quanto le emissioni legate alla produzione sono le maggiori, per questi prodotti. Per gli aspirapolvere e le lavatrici, la crescente aggiunta di computer di bordo, display o batterie sta rendendo le loro fasi di non utilizzo più ad alta intensità di carbonio.

Lo studio coincide con la crescita del movimento Right to Repair in Europa, che mira a contrastare l’obsolescenza pianificata – la pratica in base alla quale i prodotti sono mal progettati, impossibili o troppo costosi da riparare e vengono sostituiti prematuramente.

Sebbene sia difficile valutare se le aziende stiano accorciando intenzionalmente la durata dell’elettronica, la percentuale di dispositivi difettosi sostituiti dai consumatori è cresciuta dal 3,5% nel 2004 all’8,3% nel 2012.

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