Il balzo di accessi durante il lockdown non riesce a spingere la crescita degli utenti di Snapchat: il social media dei messaggini che scompaiono ha reso noto che l’incremento di utenti registrato nel pieno dell’emergenza coronavirus ha fortemente rallentato portando a risultati inferiori alle attese del mercato. E il terzo trimestre potrebbe deludere anche di più.
Snap, l’azienda proprietaria della piattaforma, ha infatti indicato che gli utenti attivi giornalieri (Dau) sono aumentati del 17% toccando quota 238 milioni nel secondo trimestre (terminato il 30 giugno), ma gli analisti (dati di Refinitiv) si aspettavano 238,44 milioni Inoltre, Snap si attende fra 242 milioni e 244 milioni di utenti giornalieri attivi alla fine del trimestre in corso, il terzo, mentre Wall Street puntava su 244,82 milioni.
I ricavi sono invece positivi: le entrate pubblicitarie hanno fatto un balzo del 17% nel secondo trimestre a 454,2 milioni di dollari e hanno superato le stime (440,8 milioni). Ma per gli investitori e gli inserzionisti conta di più il dato sugli utenti attivi: il valore del titolo di Snap è andato giù dell’11% nelle contrattazioni after-hours dopo la comunicazione dei risultati, per poi recuperare e assestare le perdite intorno al 6%.
Una pietra di paragone per Twitter e Facebook?
Il dato sulle revenue non è tuttavia da sottovalutare, osserva su Reuters Debra Aho Williamson, analista di eMarketer, e farà da punto di riferimento per gli analisti quando, nei prossimi giorni, Twitter e Facebook comunicheranno i loro risultati.
Facebook macina ovviamente numeri ben più grandi di Snap, ma ultimamente ha subito un “fuggi fuggi” di inserzionisti (circa mille) negli Stati Uniti a causa della presenza sulla piattaforma di fake news e hate speech. Se il trend proseguirà e coinvolgerà più brand anche su scala globale, potrebbe avere un peso sulle entrate pubblicitarie del social media di Mark Zuckerberg.
“Siamo una piattaforma sicura”
Snap cerca di approfittare sottolineando il suo posizionamento come piattaforma “sicura”, che aiuta gli inserzionisti a aumentare le vendite direttamente dalle ads. Questo ha permesso all’azienda di incrementare i ricavi della pubblicità nonostante molti brand abbiano ridotto i loro budget per il marketing per via della crisi innescata dal Covid-19.
“Il crescente focus sulla sicurezza e sulla privacy ci mette in una posizione di forza unica nel settore perché abbiamo investito in queste aree fin dall’inizio”, ha affermato il ceo di Snap, Evan Spiegel, nella call con gli analisti.
In bilico il ricavo medio per utente
Resta un ampio rosso nei conti dell’azienda proprietaria di Snapchat: la perdita netta si è allargata a circa 326 milioni di dollari o 23 centesimi per azione contro i 255,2 milioni o 19 centesimi per share dell’anno prima.
Inoltre, le entrate medie per utente sono stabili in media a 1,91 dollari, ma fuori dal Nord America e dall’Europa sono crollate del 25% a 89 centesimi per fattori, ha affermato Snap, legati alle ricadute della pandemia.
Il Chief financial officer Derek Andersen ha rassicurato il mercato indicando che la crescita dei ricavi nel terzo trimestre sarà del 32%, stando ai trend finora osservati.
Più tecnologia nel futuro di Snap
Snap si definisce anche “un’azienda che si occupa di fotografia online” e non smette di cercare strade diverse per il suo business. Ad agosto dell’anno scorso ha annunciato una nuova versione degli Spectacles, gli occhiali da sole smart che possono registrare foto e video e caricarlo direttamente su Snapchat. Nel secondo trimestre del 2019 Snap ha detto di aver conquistato 13 milioni di nuovi utenti, dei quali almeno 9 utilizzano i nuovi occhiali di realtà aumentata. Snap ha anche ricevuto l’estate scorsa un nuovo giro di finanziamenti per un totale di 1,1 miliardi di dollari, per portare avanti le tecnologie di realtà aumentata e fare delle acquisizioni tecnologiche.
La sfida della monetizzazione degli utenti e dell’internazionalizzazione del business non sono risolte: il mercato core degli Stati Uniti è maturo e la capacità di crescita è legata all’espansione su nuovi mercati e in nuovi rami di attività capaci di generare entrate al di là del puro advertising, ma la pandemia ha modificato nettamente gli scenari.