STUDIO DOMO E CEO.COM

Social network: in Usa snobbati da 7 ceo su 10

Secondo un’indagine a firma di Studio Domo-Ceo.com il 68% degli Ad delle prime 500 aziende americane non è presente sulle principali reti sociali. Tra le eccezioni Warren Buffett e Marissa Mayer

Pubblicato il 09 Ago 2013

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Il 68% dei Ceo delle grandi aziende statunitensi (circa 7 su 10) non ha alcuna presenza sui principali social network come Twitter, Facebook, LinkedIn o Google Plus: è quanto emerge da un rapporto pubblicato da Domo e Ceo.com, che ha intervistato un campione di 500 top-manager dei big dell’industria Usa (quelli della consueta lista compilata da Fortune). Di questi solo il 28 per cento ha un accont Twitter (ma solo il 19 per cento lo usa davvero). Tanto che, quando Warren Buffett, terzo uomo più ricco del mondo dopo Carlos Slim e Bill Gates con un patrimonio stimato di 44 miliardi di dollari, ha fatto irruzione a maggio sulla piattaforma dei cinguettii, gli utenti hanno avuto una reazione particolarmente entusiasta: in meno di 30 minuti il magnate ha accumulato più di 30mila seguaci e, nonostante abbia twittato soltanto due volte da allora, vanta già oltre mezzo milione di followers. Ironico il suo commento: “Who says you can’t teach an old dog new tricks?” (“Chi dice che non si possono insegnare trucchi nuovi a un vecchio arnese?”).

Ma Buffett sembrerebbe per ora un’eccezione, insieme al Ceo di Yahoo, Marissa Mayer, e al tycoon australiano Rupert Murdoch, i più attivi sulle reti sociali.

Sono solo il 38%, sempre secondo la ricerca, i big che si dedicano a Facebook, il cui utilizzo tra l’altro è in caduta libera. E solo 5 tra gli intervistati si servono di Google Plus.

L’unica piattaforma con cui i top manager sembrano avere più confidenza è Linkedin: un elemento piuttosto scontato considerato che si tratta di un sito per professionisti incentrato su lavoro e carriera. Rispetto all’anno scorso i Ceo presenti su Linkedin con un account sono 140, il 25,9% in più, e 25 di loro hanno più di 500 connessioni. Dominano la classifica l’ad di Hewlett Packard, Meg Whitman, (220mila followers) e Jamie Dimon, Ceo di Jp Morgan Chase (130mila).

Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg è “re” incontrastato invece del “proprio” social network con oltre 16 milioni di amici, così come Larry Page di Google si trova in oltre sei milioni di cerchie su Plus.

Non è ancora chiaro perché i big dell’imprenditoria si tengano alla larga dai social network, ma tra le motivazioni potrebbe esserci il timore di incorrere nelle sanzioni delle autorità di regolamentazione che vigilano sulla divulgazione di informazioni sensibili, oppure semplice disinteresse o mancanza di tempo.

l rapporto sottolinea tuttavia che i 500 della lista stilata da Fortune potrebbero guadagnare “seguaci” venti volte più velocemente di un utente medio. E un caso come quello della Meyer dimostra che i social si possono utilizzare con successo per comunicare con il pubblico.

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