SoftBank e Toyota si sono messe alla guida di un round di investimento da un miliardo di dollari per la divisione di Uber che sviluppa tecnologie per le auto a guida autonoma . Lo riportano il Wall Street Journal e Reuters sulla base di fonti confidenziali. L’accordo potrebbe essere chiuso già ad aprile; l’investimento farebbe salire da 5 a 10 miliardi di dollari la valutazione della unit di Uber per le auto-robot.
Uber e SoftBank non hanno per ora confermato le indiscrezioni, mentre Toyota si è limitata a dire che “valuta costantemente le varie opzioni di investimento”, ma non ha annunci da fare. Il deal è tuttavia un’operazione in linea con le strategie di SoftBank, sempre meno legata al core business delle Tlc e più votata agli investimenti in aziende innovative, e con quelle di Toyota, che punta dritto all’auto del futuro. La casa giapponese aveva già investito l’anno scorso 500 milioni di dollari sulle attività di sviluppo di Uber per l‘auto driverless, dove la società del ride hailing ha parecchia distanza da recuperare su Waymo, lo spin-off di Google.
L’operazione, se confermata, sarebbe importante per Uber non solo in ottica di competizione con Waymo sul driverless, ma per arginare le massicce perdite finanziarie: ben 3,3 miliardi di dollari nel 2018, su cui pesano l’espansione internazionale e gli stipendi degli autisti. La transizione alle auto autonome rappresenta, nel lungo termine, un taglio sui costi ma nell’immediato permette a Uber di sanare i conti in vista della quotazione in Borsa, prevista per la seconda metà dell’anno. La startup che fa concorrenza ai taxi potrebbe essere valutata 120 miliardi di dollari.
Softbank è già partner di Uber, di cui a fine 2017 ha rilevato il 15% circa delle azioni. Il gruppo giapponese è, inoltre, alleato di Toyota sulle tecnologie driverless: lo scorso ottobre le due società hanno firmato un accordo per lo sviluppo delle auto senza conducente in Giappone usando la piattaforma e-Palette del costruttore di Tokyo.
Sempre in ambito driverless, SoftBank ha speso 2,25 miliardi di dollari per Cruise, la divisione di General Motors dedicata all’auto autonoma, diretta rivale di Waymo negli Stati Uniti e finanziata anche dal costruttore giapponese Honda.
Uber, nonostante i conti in rosso, persegue una decisa strategia di espansione delle attività: il ceo Dara Khosrowshahi pensa anche a bici elettriche e scooter e taxi volanti, con il progetto Air che dovrebbe essere lanciato in fase dimostrativa a Los Angeles e Dallas dal 2020.