Trimestrale in rosso per SoftBank, a fronte dell’andamento sfavorevole delle scommesse azionarie fatte dalla società di investimento giapponese, in un contesto generale di rialzo dei tassi di interesse e di forte volatilità sui mercati. Tra aprile e giugno il rosso si assesta a 3.160 miliardi di yen, equivalenti a circa 23 miliardi di euro, e si raffronta con un utile di 761 miliardi di yen nello stesso periodo di riferimento del 2021. La società ha dichiarato comunque che le vendite trimestrali sono aumentate del 6%.
Per l’anno fiscale terminato a marzo, Softbank aveva accumulato perdite per 1,7 trilioni di yen (13 miliardi di dollari), un’inversione rispetto al profitto di 4,9 trilioni di yen dell’anno precedente. Le vendite annuali sono cresciute del 10,5% a 6,2 trilioni di yen (46 miliardi di dollari).
Investimenti sfortunati
Il conglomerato finanziario nipponico, nato come operatore telefonico e guidato dal miliardario di origine coreana, Masayoshi Son, ha scommesso negli ultimi anni su una serie di start up, tra cui il gruppo del commercio sudcoreano Coupang e la società Usa di consegna a domicilio DoorDash, con risultati altalenanti. Dinamiche avverse che seguono l’utile più alto della storia per una compagnia giapponese tra il 2020 e il 2021, e la successiva svalutazione della propria partecipazione in WeWork, la società che affitta spazi per il co-working in tutto il mondo.
Il caso Arm
In febbraio SoftBank ha deciso di abbandonare i piani di vendita della società britannica dei chip Arm alla statunitense Nvidia a causa dei problemi legati alle normative sulla concorrenza sollevati dalle autorità di regolamentazione in America, Europa e Regno Unito. Il mese scorso l’azienda giapponese, che aveva deciso la cessione di Arm nel 2020 per 40 miliardi di dollari in contanti e azioni, dopo averla acquistata 4 anni prima per 31 miliardi, ha detto di voler mettere in pausa una possibile quotazione in Borsa per la Arm, inizialmente decisa entro la fine dell’anno fiscale 2022.