SoftLab Tech, sindacati sul piede di guerra. A seguito dell’incontro al Mise Fim, Fiom e Uilm fanno sapere che non sono arrivate da parte aziendale rassicurazioni circa i tempi di pagamento degli stipendi e della realizzazione di piani di occupazionali certi per tutti i 250 dipendenti che due anni fa accettarono il passaggio da Jabil e rinunciarono all’incentivo all’esodo a favore di un percorso lavorativo prospettato da Softlab Tech.
“Nell’ultimo anno l’azienda ha rassicurato che partecipando al consorzio del polo dell’elettronica che coinvolge altre aziende del territorio casertano, avrebbe occupato stabilmente tutti i lavoratori – spiega una nota sindacale della Fim – Ad oggi questo è successo in minima parte, la maggioranza dei lavoratori è ancora in cassa integrazione”.
“ Una situazione questa non più sostenibile. Il permanere di questa situazione di assoluta incertezza sui piani d’inserimento lavorativo, sarà portata domani a conoscenza del Prefetto di Caserta insieme all’altra vertenza che interessa il territorio e che riguarda i lavoratori dell’azienda Orefice”.
“In totale parliamo di più di mille lavoratori di diverse aziende metalmeccaniche del casertano che sono in attesa che il consorzio del “polo dell’elettronica” oltre ad organizzare convegni e conferenze stampa dove annuncia progetti industriali sicuri per i prossimi anni, sia conseguente anche nei fatti. Aspettano, come ci dicono ripetutamente ai tavoli sindacali, il sostegno della Regione Campania con risorse provenienti dal Pnrr”. Fim, Fiom e Uilm
Chiedono al presidente della Regione Campania De Luca di intervenire e convocare un incontro tecnico dove chiarire se è vero che ci sono le risorse e che queste, sono destinate anche per i progetti legati allo sviluppo industriale dell’elettronica, chiarendo anche e i tempi.
“La tensione sociale ormai nel territorio dopo tante promesse e pochi fatti è al limite”, conclude la nota”.
Le critiche della Fiom
“Al tavolo istituzionale convocato dal ministero dello Sviluppo economico la novità è il provvedimento in autotutela di Invitalia che riapre la possibilità per la Softlab Tech di accedere al Fondo grandi imprese in difficoltà – spiega Valentina Orazzini, coordinatrice nazionale del gruppo per la Fiom Cgil – Tuttavia la società, in grave crisi finanziaria, conferma l’interesse al prestito di Stato ma declina ogni intenzione di far entrare Invitalia nel capitale sociale, che tra l’altro sembra già essere in aumento con l’immissione di liquidità esterna”
La Fiom “giudica grave l’atteggiamento reticente dell’azienda e indica come percorso di effettiva garanzia l’ingresso di Invitalia, non solo nell’esposizione debitoria, ma nella governance del Gruppo al fine di garantire sviluppo e occupazione – prosegue il sindacato -. La Softlab dia prova di trasparenza: faccia effettuare alle istituzioni le necessarie verifiche sull’assetto societario e finanziario; apra all’ingresso delle stesse nel capitale e soprattutto interrompa l’indecente pratica del pagamento in ritardo degli stipendi, una vergogna intollerabile che pesa sulla vita delle lavoratrici e dei lavoratori in un contesto già reso difficile dal peso dell’inflazione”.
Infine, la Regione Campania “esca da una posizione di neutra osservazione ma si adoperi per convocare insieme al Mise un tavolo che entri nel merito delle politiche industriali regionali nel settore dell’elettronica per capire come valorizzare gli investimenti pubblici e privati e invertire la desertificazione di un territorio che avrebbe competenze strategiche. Attendiamo in tempi brevissimi che il Mise, Invitalia, col supporto di Regione Lazio, Lombardia e Campania, riconvochino il tavolo e diano risposte sugli sviluppi delle possibilità che oggi si sono aperte”.