LO STUDIO

Software, settore in crescita: la mappa delle imprese italiane

Secondo un report Assosoftware, DataLab Luiss e Confindustria le aziende registrano una produttività maggiore del 17% rispetto alla media dell’economia nazionale. Occupati a +60% dal 2000. Angeleri: “Comparto cruciale”. Bonomi: “Nella manovra allocare le risorse laddove generano sviluppo”

Pubblicato il 11 Ott 2023

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Poco meno di 100 mila imprese con un livello di produttività del lavoro del 17%, dato superiore alla media dell’economia. È uno dei dati chiave che fotografano il comparto Software, secondo la nuova indagine promossa da AssoSoftware in collaborazione con il DataLab Luiss e il Centro Studi Confindustria.

Lo studio rivela che, nonostante le imprese digitalizzate presentino una produttività del lavoro superiore del 12 %, il livello di adozione di software gestionali integrati da parte delle pmi italiane resta ancora molto basso, circa il 30%.  Il settore Software – emerge inoltre – crea occupazione stabile e di qualità: dal 2000 a oggi il numero degli occupati è cresciuto del 60% (contro un 10% dell’intera economia), la maggioranza con contratti dipendenti che sono raddoppiati nell’arco di un ventennio. Occupazione in particolare per i laureati Stem, con una domanda da parte delle imprese superiore all’offerta di neo laureati.

Bonomi: “L’innovazione deve partire anche dalla PA”

La presentazione dello studio ha visto il video-intervento del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, il quale ha ribadito l’importanza dei dati: “Questo studio non solo è un contributo essenziale alle imprese del nostro Paese, e che ritengo abbiano tutto l’interesse ad approfondire, ma rappresenta un importante contributo anche per i decisori pubblici – ha affermato -. L’innovazione e l’efficienza gestionale devono partire anche dalla pubblica amministrazione, e da chi governa sistemi così complessi da essere diventato uno Stato. Quando si parla di semplificazioni infatti si parla anche di software gestionali”.

“Da un aumento del 20% di investimenti nel comparto ne derivano quasi 5 miliardi di valore aggiunto e un aumento dell’occupazione di 67mila unità per l’intera economia”, ha spiegato Bonomi. “Come sistema Paese dobbiamo rimboccarci le maniche per capire come spingere gli investimenti privati con operazioni di semplificazione e attrattività del Paese e come supportare investimenti pubblici che siano mirati ed efficienti”. “In una fase di scrittura della legge di bilancio, con una coperta così corta che non è una novità, con un debito pubblico da contenere necessariamente – ha osservato – credo che chiedersi dove investire e allocare le risorse per generare crescita non sia un esercizio accademico ma sia una necessità”.

Analista e progettista di software: tra le prime 5 professioni più “irreperibili”

Il presidente ha quindi fatto presente che “anche nel settore del software, come in altri, si registra la difficoltà a reperire i profili adeguati. La professione di analista e progettista di software è  tra le prime 5 professioni con difficoltà di reperimento secondo i dati Unioncamere, a fronte di possibilità di crescita per i nostri ragazzi enormi, e ancora poche donne scelgono percorsi scientifici”

Angeleri: “Fondamentale il sostegno del governo”

Il presidente di AssoSoftware, Pierfrancesco Angeleri, ha aggiunto come “lo studio condotto insieme a DataLab Luiss e Centro Studi Confindustria parla chiaro: il settore del software è fondamentale per la crescita dell’economia e dell’occupazione nel nostro Paese. Tuttavia, nonostante lo sviluppo del comparto negli ultimi anni, l’adozione di software gestionali nel nostro Paese è ancora ridotta rispetto alla media europea, soprattutto se consideriamo le pmi. In questo contesto, è fondamentale che il governo sostenga concretamente la diffusione del software tra le aziende italiane: come dimostra lo studio, infatti, investire in questo comparto vuol dire anche riuscire a imprimere all’intero sistema-paese uno shock positivo di competitività, determinato dall’aumento di efficienza di tutte le imprese che adottano tecnologie digitali”.

“Nell’evento di oggi è emersa una parola importante, cultura – ha concluso Alessandro Musumeci, Capo Segreteria tecnica del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con Delega all’Innovazione tecnologica e alla transizione digitale, Alessio Butti -. Credo sia necessario investire maggiormente per diffondere la cultura digitale, per rafforzare questo patrimonio di competenze tecnologiche che gravitano intorno al software. Per questo motivo sono necessarie misure a sostegno della formazione, al fine di rafforzare quegli investimenti che valorizzano l’immateriale e stimolare la crescita del nostro paese, che dal punto di vista tecnologico e in particolare informatico sconta ancora un gap con i partner europei”.

“Oggi ci siamo trovati per parlare di un settore strategico per l’Italia, perché nonostante siano molti i comparti fondamentali per la nostra economia, senza questo network che il software può creare per il Sistema Paese non c’è uno sviluppo adeguato dell’Italia al passo con la comunità internazionale – ha ricordato Gianni Riotta Direttore Esecutivo del DataLab Luiss – Nell’evento di oggi è emersa una parola importante, cultura. Credo sia necessario investire maggiormente per diffondere la cultura digitale, per rafforzare questo patrimonio di competenze tecnologiche che gravitano intorno al software. Per questo motivo sono necessarie misure a sostegno della formazione, al fine di rafforzare quegli investimenti che valorizzano l’immateriale e stimolare la crescita del nostro paese, che dal punto di vista tecnologico e in particolare informatico sconta ancora un gap con i partner europei”.

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