Sony ha accusato alla Borsa di Tokyo una nuova perdita, per la
quinta seduta di fila, scontando un tonfo del 4,7% (a 2.260 yen) a
causa dei timori di una possibile maxi class action per
l'attacco informatico che ha trafugato i dati personali di 77
milioni di clienti, bloccando dal 19 aprile i servizi offerti dalla
Playstation Network.
I risarcimenti complessivi potrebbero raggiungere quota 1,5
miliardi di dollari e l'ipotesi di una class action si fa via
via più concreta. Tra i clienti e i giocatori della Playstation è
infatti scoppiata la rivolta all'indomani della notizia di
quella che sembra una delle più grandi fughe di dati telematici
nella storia di Internet.
Solo ieri Sony ha reso noto che c'era l'opera di un hacker,
capace di rubare i dati personali di 77 milioni di clienti, dietro
la sospensione dei servizi offerti dal Playstation Network.
Un pirata informatico, definito dall'azienda giapponese come
'persona non autorizzata', è riuscito a impossessarsi dei
dati personali, nomi, indirizzi, codici di avviamento postale,
password, e-mail, storia dei pagamenti delle bollette, e perfino
delle date di nascita dei 77 milioni di persone, tanti sono i
clienti registrati a questa piattaforma.
Da qui la scelta dello spegnimento la scorsa settimana di ogni
attività, senza però fornire alcuna spiegazione specifica.
Secondo il comunicato, sinora non ci sarebbe la prova evidente che
l'hacker abbia già 'rubato' i dati riferibili alle
carte di credito. Ma si tratta di un'ipotesi da non escludere
con certezza. "Al momento – si legge nella nota della Sony –
la prudenza è d'obbligo, per cui dobbiamo avvertire tutti che
è possibile che l'hacker abbia ottenuto i numeri delle carte
di credito e la data di scadenza, ma non il codice di
sicurezza".
La casa giapponese, informa il Wall Street Journal, ha già
incaricato una grande azienda che si occupa di sicurezza
informatica di mettersi al lavoro per avviare le indagini su quanto
accaduto.
Sempre la Sony ritiene che si possa riprendere il servizio di
queste console entro la settimana.
Si tratta di un network che connette 77 milioni di utenti, i quali
grazie a internet possono giocare assieme, ma anche affittare film
in tv o chattare.
Ma ora i clienti Sony si sentono traditi. In tanti si chiedono come
mai la multinazionale giapponese abbia atteso tanti giorni prima di
rivelare la falla nella sua banca dati. E come accade in questi
casi, sul web è scoppiata la bufera delle proteste: 'Mi sarei
aspettato di essere al sicuro, affidando i miei dati personali a
una grande azienda come Sony', attacca un bancario inglese. E
c'e' chi arriva a minacciare addirittura una sorta di
boicottaggio commerciale: 'Dopo quello che e' successo –
propone un ragazzo – dobbiamo smetterla di comprare ogni prodotto
Sony o che venga da aziende che fanno affari con la Sony'.