Si ritirerà a giugno Howard Stringer, presidente di Sony. Lo ha annunciato lo stesso manager, 71, primo dirigente non giapponese a guidare il gruppo di elettronica e fino a poco più di un mese fa anche amministratore delegato.
Lo scorso primo febbraio, infatti, ha annunciato che avrebbe lasciato l’incarico di Ceo, a partire dal primo aprile, a Kazuo Hirai, mantenendo la presidenza del gruppo, ma ora ha deciso di abbandonare anche quell’incarico.
Il consiglio di amministrazione di Sony ha annunciato che si metterà al lavoro per cercare un sostituto e lo comunicherà dopo l’assemblea degli azionisti di giugno, nella quale Stringer darà l’addio ufficiale all’azienda.
Il dirigente di origine gallese, nominato Ceo nel giugno 2005, ha lasciato detto, attraverso un portavoce, che la decisione gli “consente di muoversi verso nuove opportunità”.
Negli anni al vertice, Stringer ha dovuto guidare la company nipponica attraverso l’“era digitale”, fronteggiare le offerte dei competitor di telefoni e tv, spesso con maggiori funzionalità e a prezzi più bassi di quelli dei giapponesi, e cercare di non cedere di fronte al successo degli iPad e iPod di Apple. Nell’anno fiscale terminato a marzo 2012 Sony ha registrato una perdita-record di 457 miliardi di yen (circa 4,8 miliardi di dollari).
Dopo l’annuncio delle dimissioni, Hirai si è complimentato con lui per i “numerosi obbiettivi raggiunti”.
“Tenuto conto degli scarsi risultati dell’anno appena trascorso – ha commentato Yasuo Nakane, analista alla Deutsche Bank – se ne sarebbe dovuto andare via prima. La sua uscita di scena significa che Sony ha completato la transizione verso un nuovo team manageriale e questo è positivo per l’azienda”.
Meno netto il giudizio di Tim Bajarin, analista e consulente tecnologico di Creative Strategies. “Stringer ha dovuto affrontare una dura sfida quando ha accettato la leadership della compagnia. Da allora hanno fatto significativi passi avanti ma ci sono ancora settori che non operano in armonia con gli altri”.