Esistono “rischi fortissimi” sulla “sicurezza dell’ambiente digitale” e “noi non siamo sufficientemente attrezzati”. Inoltre, “non è vero che più dati raccolgo più garantisco sicurezza” né che “la trasparenza è data da una raccolta massiva”, anzi “dobbiamo puntare ad una raccolta dati di qualita'”, puntare quindi “ad una archiviazione di eccellenza e tutelare le banche dati strategiche e della pubblica amministrazione”. E’ il Garante per la Protezione dei Dati Personali, Antonello Soro, ad affermarlo, nell’ambito della tavola rotonda organizzata a Roma dal Corriere delle Comunicazioni “Cyber Security-L’attuazione della Strategia Italiana”, oggi a Roma.
“Ho la sensazione che si sia trascurato un po’ la vulnerabilità della trasmissione dei dati, dalla raccolta alla conservazione delle informazioni” sottolinea Soro. “In fase di sviluppo dell‘Agenda digitale, di cui il fascicolo sanitario elettronico è un capitolo portante, serve particolare attenzione alla sicurezza e alla protezione dei dati contro il rischio di manipolazioni” avverte il Garante della Privacy. “La vita oggi si svolge largamente nello spazio digitale, la nostra identità si svolge nello spazio digitale”, quindi, osserva, “se vogliamo proteggere le persone dobbiamo proteggere i dati”.
“Molto c’è da fare sulla consapevolezza” di questi temi e “gli Stati devono agire” sollecita Soro. Tre i livelli di attenzione rimarcati dal presidente dell’Authority. “La raccolta dati che mettiamo su internet va fatta con sobrietà, non si può inserire e raccogliere qualunque dato” afferma, avvertendo di non sottovalutare “il rischio Cloud”. I dati “non vanno raccolti in eccedenza” è il secondo “alert” lanciato da Soro, convinto che “la trasparenza non deriva da una raccolta massiva” di informazioni e che si debba “puntare ad una raccolta di qualita’ e non di quantita'”. Terzo “alert” del Garante è sull’uso dei dati.
“Esistono molti rischi. Ci sono strutture come Sogei che garantiscono la protezione dei dati, ma esistono anche archivi inseriti senza controllo nel Cloud” ecco perché, prosegue Soro, “dobbiamo puntare ad una archiviazione di eccellenza e tutelare le banche dati pubbliche e strategiche” e “lo Stato deve investire su questo”.
“Quando nel fascicolo sanitario elettronico raccolgo dati sanitari, dati sulla salute delle persone, devo proteggere queste informazioni che rappresentano la vita dei cittadini perché c’è il rischio manipolazione su questi dati. La conservazione delle informazioni va fatta con investimenti in cyber-sicurezza” rimarca ancora il Garante.
“Su tutto questo gli Stati ed il Diritto” avranno “difficoltà” nel formulare norme, per questo, è la convinzione del Garante, “tutti dobbiamo fare sistema perché – ribadisce – la sicurezza dello spazio digitale è la sicurezza delle persone”.