“Il trattamento dei dati biometrici non è consentito con molta facilità. Il caso specifico è lo stadio Olimpico, ma non possiamo ignorare un contesto più ampio e particolare che è la minaccia terroristica. Rispetto a questa situazione, abbiamo valutato come proporzionata la misura scelta dal ministero dell’Interno e dalla polizia italiana”. Ad affermarlo in un’intervista alla Repubblica è il garante per la privacy Antonello Soro, affrontando il tema delle telecamere in grado di rilevare i dati biometrici degli utenti che funzioneranno con la nuova stagione del campionato di serie A in prossimità die tornelli dello stadio Olimpico di Roma. “Abbiamo risposto a una richiesta riferita a uno stadio – prosegue – Per ragioni di armonia del nostro ordinamento le prescrizioni che noi facciamo possono essere estese quando ci siano circostanze analoghe e quando vengano rispettate in misura puntuale le prescrizioni già disposte”.
I diritti alla privacy e alla sicurezza “vanno bilanciati” e “risentono anche del contesto nel quale viviamo; sarebbe strano che questo non avvenisse – prosegue Soro – E’ un contesto di grave minaccia terroristica in cui la nostra libertà è comunque minacciata, ma ritengo che ci sia un bilanciamento corretto“.
Quanto al caso dello stadio Olimpico, “non si tratta di una raccolta massiccia e generalizzata di dati – spiega Soro – e in ogni caso le informazioni raccolte vengono cancellate dopo sette giorni. Poi abbiamo chiesto la protezione fisica e logica dei server in cui sono custoditi i dati biometrici. Altro aspetto molto importante è che le informazioni non saranno trasmesse all’esterno per via telematica. Infine gli operatori che specificamente sono abilitati al trattamento devono possedere chiavi altamente selettive. Il responsabile dei dati raccolti all’Olimpico sarà il questore di Roma e sarà fatta una selezione puntuale su chi
materialmente dovrà gestirli”.