I controlli dei dati attraverso gli archivi dei grandi Internet provider sono “più invasivi” di quelli attraverso il traffico telefonico ed è “inaccettabile” che siano “al di fuori di qualunque indizio di reato”: lo ha detto il presidente dell’Authority italiana per la privacy Antonello Soro, questa mattina ai microfoni di Radio Città Futura, dopo le rivelazioni del Washington Post, secondo cui, attraverso un programma segreto, Nsa e Fbi hanno accesso ai server di nove giganti della Rete negli Stati Uniti.
“Il controllo dei dati di traffico telefonico sono solo un aspetto della sorveglianza che si va dispiegando nei confronti dei cittadini di tutto il mondo: quelli che avvengono attraverso i grandi archivi degli Internet provider sono assolutamente più invasivi e si ricorre a forme di sorveglianza sempre più diffusa” ha detto Antonello Soro.
“Ma quello che è inaccettabile – ha proseguito – credo sia più di tutto il ricorso all’acquisizione indiscriminata e generalizzata, al di fuori di qualunque indizio di reato, dei dati di comportamento, del monitoraggio costante della vita dei cittadini. Questo davvero ci mette davanti ad una sfida che è una sfida della civiltà contemporanea, rispetto alla quale però penso che non sia bene rassegnarsi”.
Quindi Soro ha concluso: “C’è sempre una ragione suprema per cui si rinuncia ai diritti, ma la privacy in Europa è un diritto fondamentale”.