TERMINI DI UTILIZZO

Soro: “Utenti testimonial, Google a rischio sanzioni”

Il Garante Privacy: “In Europa illegale l’utilizzo di foto e nomi a scopi di marketing. Ma soprattutto è in gioco la fiducia degli internauti”

Pubblicato il 14 Ott 2013

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Con Google “è una partita aperta” perché “questi giganti si reggono sulla fiducia degli utenti” e “se venisse a mancare quella finirebbe anche il loro business”: lo ha detto Antonello Soro, presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali, in un’intervista pubblicata oggi su “la Repubblica”.

Commentando la recente mossa di Google, che venerdì scorso ha aggiornato i termini di utilizzo dei suoi servizi in modo da poter usare le informazioni degli iscritti (compresi nome, foto e commenti) all’interno di pubblicità su Internet, il Garante fa capire che si tratta di una questione ampia e complessa. Ricordando che “molti dei servizi che usiamo sul web sono solo apparentemente gratuiti”, rimarca che “la trasparenza sulle richieste del consenso al trattamento di certi dati personali lascia molto a desiderare”.

Soro afferma che “in Europa non è possibile legalmente usare nome e volto delle persone per una pubblicità”, ma aggiunge che “il diritto degli Stati nazionali non può competere con fenomeni così veloci nel mutare, gestiti da multinazionali enormi e che riguardano miliardi di persone. Persino l’Unione europea si trova in difficoltà”.

Ma allora come reagire? Il Garante per la Privacy ricorda che a settembre, con i suoi colleghi europei, ha incontrato esponenti di Google per chiedere chiarimenti su tre punti: “modi e chiarezza di come viene chiesto il consenso sui dati personali; durata di conservazione di questi dati che non può essere eterna; incrocio delle informazioni provenienti dai diversi servizi”. Soro spiega infatti che, ormai, con un solo profilo, si accede a svariati serfvizi, dalle email alle mappe, ai social network a Youtube, ed “è ovvio che Google scatta così una fotografia accuratissima delle persone. Peccato che queste ultime di fatto non lo sanno”.

Il rischio per BigG, se le sue risposte saranno considerate insoddisfacenti dalla Ue, sottolinea Soro, è una sanzione da centinaia di migliaia di euro, “irrilevante” per un colosso del genere. Ma, avverte, la “partita è ancora aperta”.

In base ai nuovi termini di servizio emessi la scorsa settimana da Google e operativi dall’11 novembre, su Google + “gli amici possono vedere che un utente ha valutato un album con quattro stelle nella pagina Google Play della relativa band. Inoltre, un +1 fatto sul panettiere locale preferito potrebbe essere incluso in un annuncio che il panettiere pubblica su Google. Questi consigli sono detti conferme condivise”.

I termini tuttavia prevedono che “per quanto riguarda le conferme condivise negli annunci, è possibile controllare l’utilizzo del proprio nome e della propria foto del profilo tramite l’impostazione Conferme condivise. Se l’impostazione viene disattivata, il nome e la foto del profilo non verranno mostrati nell’annuncio del panettiere preferito o in qualsiasi altro annuncio”.

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