L’ANALISI

Sostenibilità digitale, i giovani italiani sono i più “responsabili” d’Europa

Il report di EY Foundation Onlus: l’85% degli appartenenti alla generazione Z considera la tecnologia uno strumento utile per migliorare la società, il 69% per la salvaguardia dell’ambiente. Le donne più sensibili ai comportamenti green

Pubblicato il 07 Mar 2023

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Indagare il ruolo della tecnologia come strumento di sostenibilità nella percezione dei giovani della generazione Z, quelli cioè di età compresa tra i 16 e i 24 anni, in Italia, Spagna, Polonia, Germania e Francia. E’ questo lo scopo dell’analisi “Disi Young – La sostenibilità digitale per i giovani”, realizzata da EY Foundation Onlus insieme a Fondazione per la sostenibilità digitale. La principale evidenza che emerge dalla ricerca è che l’Italia è in testa alla classifica delle nazioni in cui la sensibilità giovanile verso la sostenibilità digitale è più alta (37%): a seguire Spagna (34%), Polonia (26%), Germania (18%) e Francia (14%).

I rischi percepiti dai giovani

“In occasione dei 10 anni di EY Foundation Onlus siamo felici di presentare una nuova analisi sui giovani e per i giovani, da sempre al centro delle attività del nostro network – afferma Massimo Antonelli, ceo di EY in Italia e Coo ei EY Europe West (nella foto in basso) – Nell’analisi DiSI Young leggiamo tracce comuni tra i vari Paesi, a ulteriore testimonianza del fatto che partite come la sostenibilità, il digitale, le competenze e l’innovazione oggi non possono che essere giocate su scenari internazionali. Tuttavia, tra questi dati positivi ci sono segnali che devono farci riflettere e agire – sottolinea Antonelli – e riguardano soprattutto i rischi e ancora una volta le questioni legate a diversità e inclusione“.

“Tra i rischi percepiti, i giovani in Italia ritengono che il cyberbullismo sia la principale problematica derivante da una società iper-connessa e la stessa visione emerge quasi in tutti i Paesi considerati. Al secondo posto troviamo l’uniformazione delle identità a degli standard ideali e la perdita del tempo personale. Pensando alle nuove generazioni è quindi necessario investire su educazione e inclusione, partendo da un piano di educazione digitale nazionale. E anche su questo i giovani ci danno una lezione interessante: perché se da una parte si aspettano che istituzioni e aziende facciano la propria parte, dall’altra sono disposti a mettersi in gioco come non mai e a riconoscere la propria responsabilità e il proprio impatto nel costruire una società più digitalizzata e più sostenibile”.

I risultati della ricerca in sintesi

Scorrendo rapidamente i risultati dell’analisi realizzata da EY Foundation Onlus l’85% dei giovani italiani considera la tecnologia digitale uno strumento utile per migliorare la società, mentre per il 69% è uno strumento utile alla salvaguardia dell’ambiente. Tra i principali problemi di cui è necessario occuparsi da subito il 71% del campione italiano indica il cambiamento climatico e la lotta all’inquinamento, mentre il 16% degli intervistati nel nostro Paese pensa che i social non siano un ambiente sicuro e il 60% individua nel cyberbullismo uno dei principali problemi che derivano dalla società iperconnessa.

I giovani sostenibili digitali

Se in Italia si registra il maggior numero di sostenibili digitali, con una percentuale che nella generazione Z si attesta al 37%, a questo c’è da aggiungere il fatto che le donne sono in media più sensibili degli uomini alla sostenibilità digitale.

Analizzando le risposte che provengono dal campione di 800 ragazzi, emerge che Francia e Germania si caratterizzano per una forte cultura digitale ma per una propensione meno marcata alle pratiche di sostenibilità, mentre Italia e Spagna hanno in comune comportamenti ed atteggiamenti molto simili.

La consapevolezza verso il digitale

Confrontando le condizioni infrastrutturali dei 5 Paesi analizzati con le risposte fornite dai giovani, emerge che proprio quei giovani che vivono in territori con “peggiori” infrastrutture son più consapevoli dell’importanza del digitale come fattore abilitante di percorsi di sostenibilità. “Le persone fanno ancora molta fatica a comprendere gli impatti concreti di dichiarazioni di principio su temi come ambiente, energia, società in relazione alle scelte – piccole e grandi – che sono chiamate a fare – spiega Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale – I risultati della nostra ricerca mostrano l’importanza di lavorare sulle infrastrutture, ma soprattutto sulla consapevolezza: perché è proprio in Paesi come il nostro, caratterizzati da minore diffusione delle competenze digitali, che dobbiamo preoccuparci di sviluppare un uso consapevole delle tecnologie a favore della sostenibilità. Esiste una perfetta (e preoccupante) proporzionalità inversa, tra diffusione delle competenze digitali e consapevolezza di dover approfondire questi temi, che porta i più competenti a volerlo diventare ancora di più, ed i meno competenti a pensare di non aver bisogno di approfondire. Questa tendenza indica chiaramente alle Istituzioni l’importanza di azioni di supporto allo sviluppo di consapevolezza su un tema centrale per il nostro futuro come la sostenibilità digitale”.

Digitale, sostenibilità e cambiamento climatico

Sul fronte dell’ambientalismo, emerge una realtà in cui quanto più i giovani si spostano verso convinzioni profondamente ambientaliste, tanto più tendono ad avere atteggiamenti diffidenti nei confronti della tecnologia – spiega EY Foundation Onlus – Risultato di questo comportamento è che proprio chi più potrebbe avvantaggiarsi dello sviluppo tecnologico e digitale per la sostenibilità, ne fa meno uso. Tuttavia, l’ambiente è considerato un tema centrale nei giovani di tutti i Paesi analizzati: il 71% dei giovani italiani intervistati considera il cambiamento climatico uno dei principali problemi dei quali bisogna occuparsi immediatamente. Tale dato è pressoché in linea con quelli di Spagna (69%) e Francia (62%), ma diminuisce in Polonia (56%) e Germania (42%). Oltre al cambiamento climatico, anche l’inquinamento è considerato uno dei principali problemi da affrontare. Questo per il 67% degli italiani, il 63% degli spagnoli, il 58% dei francesi, il 54% dei polacchi e il 47% dei giovani tedeschi.

Difficile reperire informazioni sulla sostenibilità

Rispetto al resto del campione, i giovani italiani hanno più difficoltà a informarsi sulla sostenibilità: il 27% dichiara di conoscere poco o per nulla il concetto di sostenibilità rispetto al 32% di Germania o al 62% di Francia, tanto che, in Italia come in tutti gli altri 4 Paesi, oltre 7 intervistati su 10 si dichiarano pronti ad approfondire tale concetto. Per l’85% dei rispondenti italiani, inoltre, la tecnologia digitale è uno strumento utile per migliorare la società, ma anche utile per la sostenibilità economica (74%), con percentuali simili in Spagna ma leggermente inferiori negli altri Paesi. Inoltre, il 69% dei giovani italiani considera la tecnologia digitale uno strumento utile alla salvaguardia dell’ambiente.

Social network e cyberbullismo

Secondo i dati del DiSI Young per il 57% degli italiani il digitale offre costante flusso di idee e aggiornamenti, oltre che un abbattimento dei costi di apprendimento (43%), demolizione delle gerarchie sociali tradizionali (36%) e connessione con attori internazionali (25%). Il 46% degli italiani usa gli strumenti digitali per lavoro o per studio, il 54% per svago, il 25% non utilizza strumenti digitali. La maggior parte dei rispondenti utilizza lo smartphone o il tablet oltre 4 ore al giorno: il 42% degli italiani, il 47% dei tedeschi, il 49% dei polacchi, il 51% degli spagnoli e il 61% dei francesi.

Quanto ai rischi del digitale, per il 52% degli italiani la tecnologia è un’opportunità sì ma con qualche rischio, mentre per il 5% degli italiani è ancora una minaccia, in linea con il punto di vista dei giovani degli altri Paesi esaminati. In questo contesto il 16% dei giovani italiani della generazione Z pensa che i social non siano un ambiente sicuro per i giovani, mentre tra le principali problematiche della società iper-connessa emerge in prima posizione il cyberbullismo (60%), seguito dall’uniformazione delle identità a standard ideali (39%), dalla perdita del tempo personale (38%) e dall’annullamento della sfera privata (26%).

Tra i servizi digitali percepiti come i più validi per la crescita personale dei giovani il 47% del campione italiano afferma di prediligere i podcast, poi youtube (43%), le realtà di formazione online (36%), i social di creazione contenuti quali TikTok, Instagram e SnapChat (31%), i forum e realtà di dialogo (31%), mentre Twitter e Facebook si trovano in coda con il 14% e il 12%

La collaborazione tra istituzioni, aziende e cittadini

Secondo il Disi un giovane italiano su tre tra gli under 20 si dichiara costantemente connesso ai social, anche se il 65% afferma che “bisognerebbe insegnare ad usarli proficuamente”. Alla domanda “secondo te, di chi è la responsabilità nella scarsa adozione delle tecnologie per la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità economica e sociale?” Il 57% degli italiani risponde che la responsabilità è delle istituzioni, per il 25% è dei cittadini, per il 18% delle aziende. In particolare, un giovane italiano su quattro (25%) ritiene che sia dei cittadini la responsabilità della scarsa adozione delle tecnologie per la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità economica e sociale.

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