IL CASO

Soundreef contro Siae: “Con il caso spionaggio superto ogni limite, governo intervenga”

A seguito della pubblicazione su L’Espresso dell’inchiesta “007 Operazione Rovazzi”, secondo cui Siae avrebbe ingaggiato investigatori privati per spiare la concorrente, la società guidata da Davide D’Atri annuncia azioni legali: “Pronta una denuncia alla Procura della Repubblica”

Pubblicato il 26 Giu 2018

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Affondo Soundreef contro Siae. La collecting society chiede l’intervento del governo a seguito della pubblicazione su L’Espresso dell’inchiesta “007 Operazione Rovazzi”, secondo cui la la Siae avrebbe chiesto aiuto agli investigatori privati della Ifi Advisory per scoprire i segreti e presunti illeciti della concorrente.

Soundreef presenterà una denuncia alla Procura della Repubblica al fine di accertare la rilevanza penale dell’attività di intelligence svolta a suo danno.

La società precisa anche le procedre di pagamento citate da l’Espresso. “Relativamente ai pagamenti degli anticipi citati, questi rappresentano una prassi consolidata nel mercato delle collecting alla quale, peraltro, ricorre anche Siae – spiega Soundreef – Soundreef non avrebbe, infatti, potuto sottrarsi a quello che potrebbe essere definito un passaggio obbligato perché, in assenza di ciò, avrebbe inevitabilmente perso di interesse agli occhi dei titolari degli artisti. Gli anticipi, dei quali si parla nel pezzo, sono stati accordati prima dell’entrata in vigore della Direttiva Barnier ma, in ogni caso, la procedura per la richiesta degli anticipi in Soundreef è sempre stata a disposizione di tutti gli iscritti e non soltanto a vantaggio degli autori più famosi, diversamente da quanto affermato dal Direttore Generale Siae, Gaetano Blandini”.

Per quanto, invece, riguarda la durata dei contratti, Soundreef sottolinea che l’iscrizione è a tempo indeterminato, fatta salva la facoltà dei titolari dei diritti di recedere in ogni momento, revocare o limitare il mandato, eventualmente restituendo l’anticipo percepito se relativo a esercizi successivi. “Anche in questo caso Blandini sbaglia a parlare di “vincoli”; Soundreef non tiene in ostaggio nessuno dei suoi artisti”, dice la società.

Ora Soundreef vuole accertare cosa Siae abbia davvero commissionato ai suoi investigatori privati, in quanto appare inverosimile che 400 mila euro siano stati spesi solo ed esclusivamente per qualche incontro “sotto copertura” e per la creazione di “identità fittizie in modo da avvicinarsi e parlare con soggetti” per “avere informazioni sensibili”.

Per Soundreef la condotta di Siae è comunque figlia “di una mancata apertura alla concorrenza del settore e oggi, ancor di più, è necessario che il governo e il parlamento facciano proprie le indicazioni dell’antitrust, liberalizzino finalmente il settore – aprendolo alle società profit – e si lavori a una riforma organica di tutto il settore del diritto d’autore”.

Chiediamo pertanto un incontro con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Alberto Bonisoli, e con il Sottosegretario con delega all’editoria, Vito Crimi”, conclude la nota.

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