Sono 6 milioni le identità digitali attivate per Spid. Lo annuncia il ministero per l’Innovazione e Digitalizzazione. Il Sistema Pubblico di Identità Digitale è la soluzione gratuita che ti permette di accedere ai servizi della PA da computer, tablet e smartphone.
Il governo sta spingendo molto sulla diffusione di Spid la cui regolamentazione potrebbe essere a breve rivista.
In occasione del gruppi di lavoro governo-maggioranza sull’Agenda 2030 focalizzato sulla sburocratizzazione sono emersi i temi chiave che andranno a definire un decreto Semplificazione a cui sta lavorando la ministra della PA, Fabiana Dadone. Si va dall’elaborazione di nuove norme su Spid fino alla creazione di incentivi reputazionali per i dirigenti della Pubblica amministrazione che tagliano i tempi burocratici degli uffici di cui sono a capo, passando per la realizzazione di una modulistica online semplificata con l’obiettivo di diffondere l’uso di servizi online.
Per quanto riguarda Spid- risulta a CorCom – è condiviso il principio secondo cui debba essere lo Stato a rilasciare le credenziali anche se maggioranza e governo non hanno trovato l’accordo sulla governance ovvero a chi sarà in capo il progetto: se al Viminale, così come previsto anche dagli emendamenti al Milleproroghe che però non sono passati, oppure ad altre amministrazioni.
Intanto slitta l’accesso via Spid ai servizi del ministero del Lavoro, in considerazione delle decisioni assunte dal governo in merito alla situazione epidemiologica da Covid-19 (Coronavirus)”, riferisce una nota.
L’importante intervento di digitalizzazione, che avrebbe dovuto decorrere da venerdì 13 marzo 2020, rischiava di vedere vanificato il suo effetto a causa delle misure legate al contenimento e alla gestione dell’emergenza epidemiologica.
“In tale situazione, per i cittadini e per le aziende potrebbe essere difficile ottenere Spid. Si tratta, del resto – spiega la nota – di una situazione straordinaria che necessita l’ascolto, la sinergia e l’adozione di misure ad hoc per sostenere i cittadini, i lavoratori e le imprese. Come noto, infatti, le misure varate fino a oggi vanno nella direzione di limitare gli spostamenti non strettamente necessari e per questa ragione sono sospese le attivita’ di qualsiasi natura – svolte in ogni luogo sia pubblico che privato – che comportino “aggregazione” di persone”.
“Le limitazioni sull’intero territorio nazionale coinvolgono anche gli ambienti di lavoro, incentivando per questi ultimi il ricorso allo smart working, anche all’interno della Pubblica amministrazione. A tal fine, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali intende rassicurare gli utenti che, in questa fase emergenziale, potranno continuare a utilizzare le credenziali del portale Cliclavoro – conclude il ministero – Sarà cura del Dicastero informare gli utenti della successiva data di entrata in vigore dell’accesso tramite Spid, in considerazione degli eventuali mutamenti dello scenario emergenziale”.
Cos’è Spid?
Si tratta di una sola identità che rimpiazza i diversi codici esistenti, per entrare via web, senza fare code, nei servizi pubblici ma anche in quelli privati, come le banche ad esempio. Basta inserire il nome utente e una password composta da minimo otto caratteri, con alcune condizioni: almeno un numero e un simbolo speciale (%, #, $), mai segni uguali consecutivi, sia lettere minuscole che maiuscole. La password va aggiornata ogni sei mesi. Sarà comunque il gestore dell’identità digitale, a dettagliare gli standard.
Come e dove richiedere Spid?
Lo Spid arriva per raccomanda o per mail dopo averne fatto richiesta ai gestori dell’identità digitale: per ora l’Agenzia per l’Italia digitale ha accreditatore, in qualità di provider, Telecom Italia Poste, InfoCert e Sielte. Per ottenere il pin unico occorre fornire i dati anagrafici: nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita, codice fiscale, estremi del documento d’identità, mail, numero di cellulare. Ogni gestore può scegliere tra diverse modalità di verifica. Il cittadino può scegliere il gestore di identità digitale che preferisce.
Spid è gratuito?
Il servizio, al primo e secondo livello di identificazione, sarà gratuito per due anni per i cittadini che stipuleranno contratti con gli identity provider.
A quali servizi si accede via Spid?
I servizi a cui si può accedere sono quelli pubblici: dal pagamento della Tasi al bollo auto. Anche le prestazioni sanitarie o il fascicolo dell’Inps sono gestibili via web, tramite pc, tablet o smartphone. Si tratta per ora di 114 servizi dell’Inps (riscatto della laurea, richiesta degli assegni familiari), a cui si aggiungono 103 servizi dell’Inail (consultazione Cud, richiesta bollettini) e molti dell’Agenzia delle Entrate. Ci sono poi sei Regioni già pronte con alcuni servizi locali: Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Toscana (con la possibilità di saldare tributi, mensa scolastica e ticket sanitari via web). Molti Comuni hanno messo a disposizione servizi accessibili via Spid.
Spid è sicuro?
Il sistema prevede tre livelli di sicurezza che corrispondono a tre diversi livelli di identità Spid. Il primo livello permette l’autenticazione tramite ID e password stabilita dall’utente, il secondo aggiunge la generazione di una one time password aggiuntiva e il terzo prevede l’aggiunta di uan smart card. E proprio nel terzo livello che si potranno realizzare sinergie con la carta di identità elettronica che il governo ha appena rimesso in marcia. Sebbene l’identità digitale contenga una serie di informazioni sul cittadino, Spid risponde al principio di condivisione minima degli attributi.
Il gestore dell’identità digitale fornire le informazioni sul cittadino solamente previo consenso esplicito dello stesso. Un gestore di servizi potrebbe richiedere la conoscenza del nome, del cognome e la data di nascita del titolare per poter accedere al proprio servizio: i dati verranno passati dal Gestore dell’Identità Digitale solamente se vi sarà l’esplicito consenso del cittadino. Nel caso contrario nessuna informazione sarà fornita. Spid potrà essere utilizzato anche solo per la verifica delle credenziali, fornendo quindi anche un servizio di “Pseudonomity”. In ogni caso, i gestori dell’identità digitale saranno tenuti a trattare le informazioni dei cittadini secondo elevati criteri di sicurezza, secondo le regole di Agid.