“Lo Spid è un passaggio importante per la digitalizzazione della PA ma anche per il diffondersi dei servizi in rete, sia pubblici che privati, sempre nell’ottica della semplificazione e della usabilità. In tal senso, e per le grandi potenzialità che Spid offre, è di fondamentale importanza che vi siano regole certe, chiare e uguali per tutti”.
A parlare è Simone Braccagni, amministratore delegato di Aruba Pec.
Braccagni, su quali basi si innesta il nuovo sistema pubblico di identità digitale?
Il diffondersi sempre maggiore dei servizi in rete, offerti sia dalla PA che da Aziende private, ha sollevato il problema dell’identità certa dell’utente che fruisce di tali servizi. Una esperienza analoga, oramai tramontata, è stata quella della Pec ID dove oltre alla certezza del canale di trasmissione si voleva garantire l’identità del mittente. Lavorando a stretto contatta con la PA la tematica dell’identità certa è sempre stata molto sentita soprattutto considerata la tipologia di servizi erogati per i quali la garanzia dell’identità dell’utente è la base per l’erogazione del servizio stesso. Tale gap ha portato, alle volte, al rallentamento ed alla limitazione dell’utilizzo delle nuove tecnologie.
Quali sono le opportunità e i rischi?
I servizi offerti in rete dalla PA sono la chiave del successo di Spid. Il crescere del numero di servizi disponibili in rete, offerti sia dalla PA che da Aziende private, vedrà inevitabilmente l’aumentare dell’interesse da parte del cittadino che troverà vantaggi significativi nell’utilizzo del nuovo Spid per l’accesso ai servizi. Il rischio per il cittadino è quello di richiedere ed ottenere una credenziale di autenticazione subito dopo il rilascio e rimanere deluso dall’offerta dei servizi proposti. Il vantaggio è di avere uno strumento unico e semplice per comunicare e collegarsi con tutti i siti web della PA, e non solo della PA.
Ci sono problemi per la sostenibilità del business?
Il modello di business ancora non è chiaro. Non è stata ancora definita la modalità di tariffazione dei Service Provider (ad esclusione delle PA, per le quali il servizio di autenticazione garantito dagli Identity provider dovrà essere gratuito) e quindi è difficile valutare la sostenibilità. Inoltre gli Identity Provider, probabilmente, dovranno offrire gratuitamente le credenziali Spid per il primo anno dall’avvio del Sistema, che di fatto contribuisce ulteriormente ad estendere il periodo necessario per rientrare dagli ingenti investimenti effettuati. In ogni caso, le soluzioni tecnologiche necessarie al servizio di Identity provider le conosciamo bene tanto che le stiamo già utilizzando per altri servizi; ragion per cui stiamo lavorando per ottenere l’accreditamento come IDP.
Come fa un’azienda a rientrare della spesa che sostiene per entrare a far parte di questo progetto e per fornire l’identità digitale? Dove Aruba individua il proprio margine di convenienza?
Aruba Pec è già Ente Certificatore Accreditato, Gestore di Posta Certificata e Conservatore Accreditato. Questo ha consentito di mettere a fattor comune l’esperienza, il Know how e le competenze tecnologiche necessarie all’accreditamento come Identity Provider, di fatto contenendone i costi. Stiamo quindi procedendo speditamente e contiamo, con Aruba Pec, di entrare a far parte del primo gruppo di Idp che si accrediterà. I costi elevati li troviamo nell’implementazione dell’architettura sia software che hardware, oltre che nell’implementazione delle procedure di riconoscimento dell’utente (Identificazione certa). Proprio per questa attività stiamo valutando diverse soluzioni che semplifichino la procedura di riconoscimento sia con processi online che mediante una rete di sportelli sul territorio.