Cresce a piccoli passi l’adesione a Spid. Stando ai numeri dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, a 7 mesi dall’avvio dell’identità digitale, sono state erogate 133.000 identità digitali. Entro il 2018 potrebbero diventare oltre 9 milioni se ogni attore coinvolto da tale piattaforma svolgerà il proprio ruolo e saranno rilasciate almeno 500.000 identità digitali entro marzo 2017 e almeno 3 milioni entro fine 2017.
“Il fatto che un utente possegga un’identità Spid non implica necessariamente che la utilizzi per usufruire dei servizi online — evidenzia Giuliano Noci, responsabile Scientifico dell’Osservatorio Agenda Digitale — Il 75% dei comuni italiani oggi non offre servizi online che richiedano un’autenticazione digitale”. Per far sì che Spid si diffonda è necessario coinvolgere velocemente il mondo delle imprese private, soprattutto le tante Pmi che potrebbero sfruttare Spid per offrire i loro servizi in digitale e colmare così i gap che le dividono dai grandi gruppi industriali.
Spid costerà ad ogni service provider privato fino a 9 euro per utente l’anno. Il mercato della gestione delle autenticazioni ai servizi dei privati potrebbe valere fino a 30 milioni di euro nel 2017 e 60 milioni di euro nel 2018. Ma Spid ha il potenziale di generare altri mercati per identity provider, gestori di attributi qualificati e in particolare per i privati che offrono servizi online. Grazie a Spid e agli altri progetti su cui Agid si sta concentrando (Anpr e PagoPA su tutti) essi potranno offrire soluzioni innovative a PA, imprese e cittadini.
Una spinta alla crescita di Spid – stando alle aspettative del governo – arriverà dalla scuola. Dal 30 novembre i docenti italiani troveranno i 500 euro per l’aggiornamento professionale nel loro “borsellino elettronico”. In altre parole, il budget per partecipare a corsi di formazione o acquistare beni e servizi diventa virtuale.
Per accedere al bonus, per prima cosa, occorre ottenere l’identità digitale Spid, spiegano dal Miur, presso uno dei gestori accreditati.
Basterà collegarsi al sito spid.gov.it per ottenere le credenziali. Una operazione che si può fare sin d’ora. Il Sistema Pubblico di Identità Digitale assegnerà ad ogni docente “un codice unico – scrivono da viale Trastevere – che consentirà di accedere, con un’unica username e un’unica password, ad un numero considerevole e sempre crescente di servizi pubblici”.
Successivamente, bisognerà registrarsi all’applicazione web “Carta del Docente” che sarà disponibile entro il 30 novembre. Attraverso questa app “sarà possibile effettuare acquisti presso gli esercenti ed enti accreditati a vendere i beni e i servizi che rientrano nelle categorie previste dalla norma”.
Come stabilisce la legge 107 (la Buona scuola), con i 500 euro per l’aggiornamento i docenti potranno acquistare pubblicazioni, riviste, hardware e software utili all’aggiornamento professionale. Partecipare a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione svolti dagli enti accreditati presso il Miur. O, ancora, iscriversi a corsi di laurea inerenti al profilo professionale, assistere a rappresentazioni teatrali e cinematografiche oppure acquistare biglietti di musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo.
Per farlo bisognerà creare, attraverso l’app in questione, i Buoni di spesa che verranno consegnati agli esercenti o agli organizzatori dei convegni e dei corsi di aggiornamento per il pagamento. “Il nuovo sistema che parte quest’anno – spiegano dal Miur – consentirà ai docenti di avere uno strumento elettronico per effettuare e tenere sotto controlli i pagamenti. E alle scuole di essere alleggerite dalla burocrazia e dalle procedure di rendicontazione. Sarà possibile spendere i 500 euro a partire dall’attivazione della Carta”.
Il 3 novembre è invece partita la procedura per ottenere i 500 euro di bonus cultura per i giovani che compiono 18 anni. Anche in questo caso è obbligatorio avere un’identità digitale.
Dal successo di Spid dipenderanno anche le sorti di Italia Login, il punto unico di accesso dei servizi pubblici digitali a cui sta lavorando il governo. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Polimi, oltre 3 italiani su 4 auspicano lo sviluppo di un unico sito web di riferimento per tutti i servizi offerti dalla PA. Ma non è solo un tema di sito unico è una questione di ubiquità: la PA, per gli italiani, dovrebbe essere presente ovunque ce ne sia bisogno e non necessariamente in modo virtuale: se, quindi, quasi il 50% degli italiani esprime interesse alla proposizione di servizi pubblici tramite i social network, il 42% auspica un’integrazione dei servizi online con i servizi di home banking, e addirittura il 58% desidera poter accedere ai servizi pubblici anche presso gli sportelli bancari, i tabaccai, i supermercati o le farmacie.
“I risultati evidenziano con chiarezza quanto l’evoluzione dei comportamenti degli individui e la crescente pervasività delle tecnologie digitali non chiedano più alla PA la sola virtualizzazione dei servizi, ma la capacità di proporsi come un’interfaccia unica e omni-canale, in grado di adattarsi alle esigenze individuali – spiega Noci, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eGoverment — È la nuova sfida di progetti come Italia Login, Spid, e, più in generale, dell’eGovernment italiano”.