L'INDAGINE

Spotify nel mirino del fisco italiano

Secondo quanto riporta ItaliaOggi, l’Agenzia delle Entrate sta effettuando verifiche su presunte violazioni dell’Iva e sull’applicazione del meccanismo di reverse charge per gli anni 2014-2019

Pubblicato il 16 Gen 2020

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Spotify nel mirino del fisco italiano. Secondo quanto riporta ItaliaOggi, l’Agenzia delle entrate sta effettuando una verifica fiscale sul colosso svedese della musica in streaming. I controlli riguardano presunte violazioni dell’Iva e dell’applicazioni del reverse charge per gli anni dal 2014 al 2019.

“Sotto la lente dell’ Agenzia potrebbe essere finito un meccanismo per cui Spotify Italia compra servizi dalla casa madre (ad esempio i diritti sulla musica che si trova sulla piattaforma) e li rivende in Italia – scrive il quotidiani finanziario – Nel passaggio tra la società svedese e la controllata italiana, l’Iva è assolta da quest’ ultima con il reverse charge ma non se la prima può essere considerata una stabile organizzazione”.

Nell’ e-commerce le vendite verso gli utenti privati sono soggette a Iva nel Paese di residenza del consumatore finale. Le cessioni sono dunque assoggettate a Iva in Italia e il venditore comunitario si troverà a dover adempiere l’obbligazione tributaria tramite l’ identificazione diretta oppure la nomina del rappresentate fiscale. La contestazione, dunque, potrebbe arrivare a configurare una stabile organizzazione da parte della società svedese in Italia.

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