E’ stata un’indiscrezione pubblicata dalla rivista giapponese Nikkei Asian Review a far soffrire in borsa i titoli di Sprint e T-Mobile Usa, secondo cui le trattative per la fusione tra i due operatori statunitensi sarebbero saltate sul più bello, perché le due parti non sono riuscite a trovare un accordo sull’assetto societario e sul controllo della società che sarebbe scaturita dal merger. A questo punto, secondo i rumors, si aspetterebbe soltanto che Softbank, il colosso che controlla Sprint, contatti Deutsche Telekom per ufficializzare la rottura.
L’inizio delle trattative risale a giugno, quando Softbank si era detta pronta a intavolare una trattativa con T-Mobile Usa, il terzo operatore mobile del Paese dopo At&t e Verizon, per un merger con la propria controllata sul territorio americano, Sprint. “T-Mobile rimane la nostra prima scelta – aveva detto il Ceo e fondatore della società giapponese, Masayoshi Son, durante la conferenza a Tokio in cui ha illustrato il bilancio 2016 – Lo dico apertamente dal momento che il nostro obiettivo è di aprire un negoziato”. Ma già allora SoftBank non intendeva limitare le proprie mire soltanto a un accordo con T-Mobile Usa: “Siamo aperti a diverse soluzioni – aveva detto Son – Se si presenterà un’opportunità che possa portare a una ridefinizione del mercato a condizioni migliori la studieremo senza pregiudizi”.
Per l’occasione Softbank aveva preannunciato il lancio di un fondo da 100 miliardi di dollari con investitori sauditi, il “vision Fund”, destinato a sostenere le iniziative di Softbank senza appesantire il debito del gruppo. Il principale investitore nel Vision Fund è il “Public Investment Fund” dell’Arabia Saudita.