IL CASO

Sprint Nextel-Softbank: addio a Huawei

Le due aziende in prossimità di merger danno garanzie al governo Usa e assicurano che non utilizzeranno sistemi del vendor cinese, che però replica gridando alla censura: “Violati i principi del libero scambio”

Pubblicato il 29 Mar 2013

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Sprint Nextel e SoftBank si piegano alle pressioni del governo Usa e si impegnano a non usare attrezzature del vendor cinese di telecomunicazioni Huawei dopo la loro fusione. Ieri Washington aveva lasciato intendere che il via libera all’acquisizione dell’operatore telefonico da parte del gruppo giapponese poteva arrivare a condizione di tenere a distanza i fornitori cinesi di infrastrutture di rete, che l’amministrazione americana ritiene possibili veicoli di attacchi informatici e cyber-spionaggio.

Oggi il parlamentare Repubblicano Mike Rogers, che guida il Comitato di Intelligence della Camera dei rappresentanti, ha fatto sapere che Sprint Nextel e SoftBank gli hanno personalmente assicurato che non useranno per le loro reti attrezzature prodotte da Hauwei.

L’azienda cinese ha più volte respinto le accuse di condurre atti di spionaggio sulle infrastrutture americane per conto di Pechino. Washington non è mai riuscita a dimostrare le responsabilità cinesi, ma un report della Casa Bianca ha scoperto mesi fa che certe vulnerabilità delle attrezzature di rete di Huawei possono favorire gli attacchi di hacker (e lasciava il dubbio che tali falle fossero state intenzionalmente inserite).

A ottobre scorso un nuovo rapporto dello stesso House Intelligence Committee ha concluso che le attrezzature dei vendor cinesi (Huawei ma anche la sua concorrente Zte) possono fornire ai servizi di intelligence della Tigre asiatica una porta d’accesso verso le reti di telecomunicazione americane.

Infine, nei giorni scorsi il Presidente Barack Obama ha firmato la legge sull’erogazione dei finanziamenti alle agenzie federali che prevede tra l’altro che gli organi di polizia e pubblica sicurezza ottengano una specifica approvazione prima di comprare sistemi It di aziende cinesi.

“Ho incontrato i rappresentanti di SoftBank e Sprint per discutere del merger e mi hanno garantito che non integreranno sistemi di Huawei nella rete Sprint e cercheranno di limitare l’uso delle attrezzature di Huawei nella rete Clearwire, procedendo alla sostituzione ovunque possibile”, ha riferito Rogers al Washington Post. Sprint possiede una quota di Clearwire, che usa attrezzature Huawei per le parti di edge network, mentre per le reti core i fornitori sono le aziende americane Cisco Systems e Ciena.

Il portavoce di Huawei William Plummer ha immediatamente replicato al Post che “se l’approvazione dell’operazione da parte del governo americano dipende in qualche misura da un accordo per limitare gli acquisti di attrezzature da vendor di certe nazioni, allora diciamo addio ai principi del commercio libero e aperto, e non si ottiene comunque di rendere le reti più sicure: siamo tutti inseriti nel mercato globale e ogni azienda è ugualmente esposta alle cyber-minacce”.

Sprint Nextel è il terzo maggior operatore mobile Usa. Il merger da oltre 20 miliardi di dollari con Softbank, che ha sede centrale a Tokyo, attende ancora l’approvazione delle autorità americane: la Federal communications commission, il dipartimento di Giustizia e il Comitato per gli investimenti stranieri negli Stati Uniti stanno valutando le implicazioni per la sicurezza nazionale.

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