Continuano a crescere le startup in Italia. In un mercato del lavoro dove le parole ricorrenti sono “disoccupazione” e “precariato” molti giovani hanno capito che per resistere e reagire alla crisi l’opportunità devono costruirsela da soli. Tanto che il fenomeno degli “startupper” è fiorito improvvisamente e, forse, in modo inaspettato in una fase recessiva come quella che sta attraversando il Paese.
Questo è quanto emerge dalla lettura effettuata da InfoCamere dei dati della sezione speciale del Registro delle imprese gestito dalle Camere di commercio dedicata alle start-up innovative a sei mesi dalla sua creazione.
Al 9 settembre scorso sono 1.114 le società che avevano come obiettivo sociale esclusivo o prevalente “lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico”.
“Il nostro paese – sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – anche in un momento di crisi come quella attuale, si conferma terra di imprenditori. Rincuora il fatto che la propensione a innovare è connaturata allo spirito di chi fa impresa in Italia. L’innovazione, infatti, è la strada da seguire per essere competitivi sui mercati mondiali”.
La provincia più attiva è quella di Milano con 129 “startup” registrate, segue Roma con 101 poi Torino e Trento rispettivamente con 86 e 48 unità. 92 province su 105 vedono la presenza di almeno una startup sul loro territorio.
La lettura dei dati per settore di attività economica mostra come quello più vivace in questi sei mesi sia stato quello legato alla produzione di software e la consulenza informatica, dove si contano 345 imprese pari al 31% del totale di aziende “innovative”, subito seguito da quello della Ricerca e sviluppo (209 unità, 18,8%).
Oltre la metà delle imprese innovative italiane (ben 652) sono concentrate soltanto in cinque regioni, tutte del Centro-Nord: Lombardia, Piemonte, Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna. Alla Lombardia va il primato del maggior numero di startup registrate: con le sue 211 iscrizioni precede l’Emilia-Romagna (120) e il Veneto (109). Tra le regioni meridionali è la Campania, con le sue 46 unità registrate, quella con l’insieme più numeroso, seguita da Sardegna (32) e Puglia (30).