L’OK DELLA CAMERA

Startup e pmi innovative: agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti

L’aula approva la proposta di legge che ora passa all’esame del Senato. Il deputato della Lega Giulio Centemero, primo firmatario e relatore: “Puntiamo a diminuire il peso della compliance per i fondi e a migliorare le agevolazioni portando liquidità nell’economia reale”. Il presidente di Anitec-Assinform, Gay: “Solo attraverso un’azione coordinata e lungimirante possiamo garantire una crescita sostenibile e duratura”

Pubblicato il 20 Lug 2023

parlamento

La Camera dei deputati ha dato via libera, a larga maggioranza, alla proposta di legge che prevede misure per la promozione e lo sviluppo delle startup e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti. Sul provvedimento hanno espresso voto a favore, oltre ai gruppi della maggioranza, anche quelli di Azione/Italia Viva e Pd. Si sono invece astenuti Alleanza Verdi e Sinistra e M5S (234 sì, 46 astenuti e nessun voto contrario). Il disegno di legge passa ora all’esame del Senato.

Stimolare l’investimento per portare liquidità nell’economia reale

“Questa proposta di legge punta a diminuire il peso della compliance per i fondi e al miglioramento degli incentivi per chi investe e per chi riceve capitale”, spiega il deputato della Lega Giulio Centemero, primo firmatario e relatore del documento. “L’obiettivo è quello di stimolare l’investimento, portare liquidità sull’economia reale e facilitare la nascita di fondi di investimento specializzati in startup e pmi sul territorio italiano. Questa legge si combina al Ddl capitali, al Dl Fintech e al sandbox per Fintech e Insurtech, nella strategia di far arrivare l’Italia prima dei propri competitor su temi che creino prosperità per il Paese. Dobbiamo fare in modo che le future generazioni possano scegliere liberamente se realizzare i propri progetti restando in Italia o andando all’estero, senza essere obbligati a scegliere questa seconda via”.

Verso un quadro normativo più omogeneo e coeso

Vito De Palma, deputato di Forza Italia, intervenendo nell’Aula di Montecitorio, durante le dichiarazioni di voto sulla proposta di legge, ha spiegato che “l’obiettivo di Forza Italia è sempre stato improntato alla creazione di misure legislative che diano vigore per realizzare aziende sane, robuste, che assumono, che hanno impatto sul sociale, sull’ecosistema, sull’ambiente, sull’industria. Per questo, giudichiamo molto positivo questo provvedimento che mette ordine nelle norme che regolano il settore delle start-up, adattandole alle nuove esigenze ed evoluzioni della filiera dell’innovazione, contribuendo alla promozione e allo sviluppo del settore. Nonostante l’Italia possa vantare una normativa all’avanguardia e di tutto rispetto”, ha precisato De Palma, “il progressivo stratificarsi di norme ha prodotto un quadro normativo completo ma, al contempo, poco omogeneo e frammentato. Anche nella fase di attuazione della disciplina si sono manifestate alcune criticità che hanno causato incertezza tra gli operatori direttamente coinvolti, frenando gli investimenti privati. Per questo, si è avvertita la necessità di una revisione ed aggiornamento delle norme, rendendole più attuali e coerenti con lo sviluppo del settore”, ha continuato il deputato. “L’obiettivo che ci siamo prefissi e che con questo provvedimento portiamo a casa è quello di promuovere queste forme di imprenditorialità, potenziare e incentivare la nascita di startup e piccole e medie imprese innovative, favorendo la fruizione dei benefici fiscali relativi agli investimenti nel capitale sociale di tali imprese. Armonizzare, semplificare, creare impresa, favorendo imprenditorialità e innovazione: un altro obiettivo centrato“.

Italian Tech Alliance: “Questione centrale per il futuro del Paese”

Commentando l’approvazione alla Camera della proposta di legge, Italian Tech Alliance, l’associazione italiana del Venture Capital, degli investitori in innovazione e delle start-up e pmi innovative, si dice soddisfatta.

“Accogliamo con favore l’approvazione di una proposta che a nostro avviso va nella giusta direzione, anche considerando che il Testo unico sulle startup risale al 2012 e necessita per forza di cose di essere aggiornato”, dichiara Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance. “Nel corso degli anni sono stati varati diversi provvedimenti relativi all’ecosistema dell’innovazione, ma sempre inseriti in decreti macro. Questa proposta denota invece una precisa attenzione delle istituzioni verso un tema che riteniamo centrale per il futuro del Paese. L’aspetto interessante”, continua Cerruti, “riguarda il fatto che la PdL in questione va a estendere una serie di benefici fiscali sia agli investimenti diretti che agli investimenti indiretti, tramite organismi di investimento collettivo del risparmio e altre società che investono principalmente in startup e pmi innovative, esercitabili in forma automatica in sede di dichiarazione dei redditi. Auspichiamo a questo punto che anche dal Senato arrivi il via libera verso questa proposta, che per noi è fondamentale per la crescita del nostro ecosistema dell’innovazione”.

Anitec-Assinform, Gay: “Serve azione coordinata”

Secondo Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, “la crescita delle startup e pmi innovative nel settore Ict continua a rappresentare un indicatore importante dell’innovazione tecnologica e del dinamismo del settore. In questo contesto, diventa sempre più evidente l’importanza dei digital enabler, dove AI, Big Data, Blockchain e Cybersecurity sono pilastri fondamentali per il successo delle startup e pmi innovative in ambito Ict. Un passo in avanti è stato fatto dalla Camera dei Deputati con l’approvazione della proposta di legge per la promozione e lo sviluppo delle startup e delle pmi innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti. Confidiamo che anche l’altro ramo del Parlamento approvi presto questa proposta di legge, affinché attraverso un’azione coordinata si possa garantire una crescita sostenibile e duratura per le startup e le pmi innovative nel settore Ict. Solo mediante un’azione coordinata e lungimirante possiamo garantire una crescita sostenibile e duratura per le startup e le pmi innovative nel settore Ict”.

Rallenta la crescita delle startup e delle pmi innovative del settore Ict

Anitec-Assinform e Infocamere hanno presentato i risultati della quinta edizione del report sul monitoraggio dei trend demografici delle startup e pmi innovative del settore Ict, che evidenzia come il numero di imprese registrate nel comparto abbia registrato un aumento dello 0,12% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un totale di 11.253 aziende. Più precisamente si contano 1.436 pmi innovative Ict, ovvero l’11,4% in più rispetto ad aprile 2022 e 9.817 startup Ict, in calo del -1,34% rispetto ad aprile 2022. Di queste, la maggioranza (7.997 imprese, pari al 71,1%), sono considerate “Ict-digitali,” poiché hanno codici Ateco riconducibili al settore Ict e/o dichiarano nella sezione “Vetrine” del registro speciale di svolgere attività digitali. Nonostante un rallentamento nella crescita, l’insieme delle startup e pmi innovative nel settore Ict continua a mantenere una dinamica più robusta rispetto a quelle degli altri settori.

Le startup e pmi innovative Ict sono concentrate principalmente in Lombardia, Lazio e Campania, rappresentando insieme oltre il 50% delle imprese registrate. Lombardia rappresenta il 28,7% delle S&pmiI Ict, seguita da Lazio (13,8%) e Campania (8,8%).

Il rallentamento della crescita delle startup è stato influenzato da diversi fattori, tra cui l’instabilità geopolitica, l’aumento dei costi energetici, dei tassi d’interesse e dell’inflazione, che hanno scoraggiato l’iniziativa imprenditoriale. Inoltre, la crescente prudenza nel settore privato nel concedere credito, unita alla sospensione delle registrazioni telematiche, ha avuto un impatto negativo sul numero di nuove imprese costituite.

Preoccupa il fatto che solo il 16% delle startup e pmi innovative nel settore Ict è fondata da under-35, mentre le imprese guidate da donne rappresentano solo l’11,9%. Inoltre, le aziende con manager stranieri come maggioritari o esclusivi sono solo il 3,5%.

Solo il 27% del campione, infine, ha personale altamente qualificato, con punte maggiori nel settore 4.0. Le politiche di coesione europee e nazionali sembrano avere un impatto positivo sul Mezzogiorno, che registra una quota elevata di personale altamente qualificato.

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