Sono 57 le startup innovative che hanno aperto tramite la piattaforma online e la firma digitale. A dirlo il primo report del ministero per lo Sviluppo economico che censisce, al 30 settembre, il numero di imprese “digital natives”.
La distribuzione territoriale vede una maggiore concentrazione di startup a firma digitale al Centro-Nord: 7 in Lombardia, 5 in Toscana, 3 nelle Marche e altrettante in Veneto, 2 in Puglia; altre 5 regioni (2 del Mezzogiorno) registrano una startup innovativa ciascuna.
Tre province, Ascoli Piceno, Milano e Venezia, presentano due imprese iscritte con la nuova procedura; le altre sono distribuite tra 19 Camere di Commercio diverse. Lo sforzo organizzativo profuso ha pertanto finora coinvolto complessivamente 22 Camere di Commercio localizzate in 10 regioni.
Guardando al capitale iniziale sottoscritto, 6 startup innovative sono riconducibili alla classe dimensionale compresa tra 1 e 5.000 euro, 10 tra 5.000 e 10.000, 8 tra 10.000 e 50.000, e una tra 50.000 e 100.000.
Sedici delle nuove imprese costituite operano nel macro-settore dei servizi, 8 in particolare nella produzione di software (Ateco J 62). Tra le 7 che operano nel settore manifatturiero, 4 hanno codice Ateco C 26 (fabbricazione di computer e prodotti di elettronica).
Avviata il 20 luglio scorso in attuazione di una previsione di legge introdotta con il Decreto “Investment Compact”, la nuova procedura dà facoltà di redigere l’atto costitutivo e lo statuto di una nuova impresa innovativa mediante una piattaforma online dedicata. La compilazione si serve di un modello tipizzato – che assicura rapidità e certezza del diritto – ma personalizzabile, sottoscritto con firma digitale in modo da garantire l’identità dei contraenti. La forte disintermediazione che caratterizza il processo consente un significativo risparmio economico e responsabilizza i fondatori della startup innovativa sulle scelte strategiche da prendere in fase di costituzione.