Il venture capital (VC) sta diventando sempre più rilevante nel panorama economico italiano, con il superamento del miliardo di euro investito in start-up e Pmi innovative nel corso del 2021. A rilevarlo il Monitor dei settori ad alta tecnologia realizzato da Intesa Sanpaolo, secondo cui anche per questi comprtai il VC rappresenta un fattore di accelerazione fondamentale, in quanto in grado di garantire percorsi di sviluppo per le numerose start-up high-tech ad alto potenziale di crescita. Le indicazioni sui primi nove mesi del 2022 confermano un buon trend di investimenti VC nei settori a più elevato contenuto tecnologico.
Life science
Gli investimenti venture capital in start-up e Pmi innovative del settore life science (biomedicale e farmaceutica) sono cresciuti nei primi tre trimestri del 2022 (76 milioni di euro) rispetto al 2021(16 milioni di euro), in gran parte però grazie ad un singolo round particolarmente corposo (73 milioni di euro) raccolto da Medical Microinstruments, Pmi innovativa toscana specializzata in microchirurgia robotica.
Le regioni più attive su questo fronte come numero di start-up e Pmi innovative sono la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, la Puglia e la Campania.
Servizi IT
Gli investimenti venture capital in start-up e Pmi innovative del settore servizi IT sono in continua crescita e rappresentano ogni anno circa il 50% dei capitali totali VC che vengono investiti, in linea con il numero di start-up e Pmi innovative italiane IT rispetto al totale. Nel 2021 sono stati effettuati 115 deal, per un ammontare investito di 223 milioni; nei primi tre trimestri del 2022 sono stati realizzati 72 deal per oltre 570 milioni di euro. Le start-up con sede in Lombardia, in maniera ancora più marcata rispetto agli altri settori, sono destinatarie di quasi l’80% dei capitali investiti. Seguono Piemonte, Lazio e Toscana.
Aerospazio
Gli investimenti venture capital in start-up e Pmi innovative del settore aerospazio sono piuttosto limitati, con un deal registrato rispettivamente nel 2021 e uno nel 2022. Discorso diverso se analizziamo il settore nel suo senso più ampio, dunque considerando anche start-up e Pmi innovative che non hanno direttamente un codice Ateco del settore ma che creano e offrono soluzioni per il mondo aerospaziale. Considerando dunque il settore nella sua completezza, risultano oltre 86 milioni di euro investiti nel 2021 e 2022, 77 dei quali destinati in 3 diversi round di investimento a D-orbit, Pmi innovativa lombarda specializzata nella logistica spaziale.
Le start-up innovative dei settori ad alta tecnologia
Sono più di 6.000 le start-up innovative specializzate nei settori ad alta tecnologia, oltre la metà del totale delle start-up innovative iscritte al Registro, secondo i dati aggiornati a dicembre 2021.
Il dettaglio settoriale mette in luce il peso predominante del comparto dei servizi IT che, con oltre 5.600 start-up nel periodo 2013-2021, rappresenta quasi la metà del totale delle start-up innovative iscritte al Registro, che hanno registrato un’accelerazione nel ritmo di sviluppo, soprattutto nel 2021, confermando il processo di digitalizzazione in atto nel sistema economico.
Un’analisi originale e dettagliata per specializzazione produttiva e ambito di applicazione restituisce una fotografia estremamente eterogenea delle nuove imprese dei servizi IT, che spaziano dal mondo della salute (servizi di telemedicina, piattaforme per ricerca di professionisti in ambito sanitario e/o prenotazioni visite), anche nella sua versione più estesa che include benessere e attività sportive (attività on line di allenamento, misurazione prestazioni sportive) ai settori industriale e dell’agricoltura, con lo sviluppo di soluzioni in chiave 4.0.
Non mancano start-up innovative nel mondo dei servizi professionali (dal fintech al mondo assicurativo) o quelle specializzate nel settore culturale (dalla realizzazione di visite virtuali ad applicazioni per lo sviluppo di mercati d’arte on-line) o dell’dell’accoglienza/ristorazione/food (app per delivery, tracciabilità filiera, marketplace in ambito food). Troviamo poi player specializzati nell’ambito ambientale (efficientamento energetico, sviluppo di nuove soluzioni di mobilità), così come nel settore della formazione (piattaforme di e-learning) e nel gaming (sviluppo videogiochi, piattaforme di gioco on-line).
Una buona propensione all’innovazione
L’analisi delle start-up innovative conferma la buona propensione all’innovazione nei settori ad alta tecnologia: negli anni 2013-2021 sono oltre 6.100 le startup innovative specializzate nei settori a più elevato contenuto tecnologico, più della metà del totale delle start-up iscritte al Registro. Di queste, più di 5.600 sono specializzate nei servizi IT. Le start-up dei servizi IT hanno registrato un’accelerazione nel ritmo di sviluppo soprattutto nel 2021, confermando il processo di digitalizzazione in atto nel sistema economico. Le start-up sono concentrate in particolare in Lombardia e Lazio, ma, se si guarda all’incidenza di questi soggetti sul tessuto produttivo locale, emerge una buona diffusione su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di imprese piccole (il 57,6% è sotto i 10 mila euro) e con una maggiore quota di giovani nel board rispetto al totale delle start-up. Un’analisi più approfondita delle start-up dei servizi IT, a partire dai siti internet e/o visure camerali, quando disponibili, permette di far luce sui molteplici ambiti di applicazione e le diverse specializzazioni che riguardano questo settore.
Si tratta infatti di un mondo estremamente eterogeneo, che include un’elevata varietà di soggetti, spesso di difficile classificazione considerando la natura trasversale di tante attività. In termini di specializzazione produttiva si osserva come, su un campione di oltre 5.000 start-up innovative dei servizi IT, circa il 44% sia specializzato nella realizzazione e/o gestione di piattaforme e siti web, affiancato dal 32% di player attivi nel mondo dello sviluppo di software specifici per determinati servizi; un quarto dei soggetti monitorati è invece specializzato nella consulenza a 360 gradi dei processi di trasformazione digitale.
Gli ambiti di applicazione
Il mondo dei servizi IT è però vario soprattutto in termini di ambiti di applicazione, come emerge dall’analisi su oltre 1.400 start-up per cui è stato possibile identificare un ambito di specializzazione prevalente. Quasi un quarto delle start-up è attivo nel mondo della salute (servizi di telemedicina, piattaforme per ricerca di professionisti in ambito sanitario e/o prenotazioni visite) nella sua versione più estesa, che include anche benessere e attività sportive attività online di training, misurazione prestazioni sportive).
Il 17% delle start-up è invece attivo nel settore industriale e dell’agricoltura, con lo sviluppo di soluzioni in chiave 4.0, mentre il 14% circa è specializzato nell’offerta di servizi professionali vari (dal fintech al mondo assicurativo, dall’offerta di servizi in ambito legale a quelli specializzati nella contabilità).
Seguono con una quota del 10% circa le start-up specializzate nel settore del turismo/arte/cultura (dalla realizzazione di visite virtuali ad applicazioni per lo sviluppo di mercati d’arte online; 10,8%) e dell’accoglienza/ristorazione/food (app per delivery, tracciabilità filiera, marketplace in ambito food; 10,4%). Il 7,4% delle start-up analizzate è attivo nell’ambito ambiente/mobilità (efficientamento energetico), mentre il 6% circa nella formazione (piattaforme di e-learning) e il 4% nel gaming (sviluppo videogiochi). Lo sviluppo di queste imprese è accompagnato da una crescente diffusione e sviluppo di nuove tecnologie.
L’occupazione nei settori ad alta tecnologia
Il report analizza anche l’impatto occupazionale dei settori ad alta tecnologia. Nel 2020 le unità locali dei settori ad alta tecnologia (servizi IT, commercio Ict, Ict manifatturiero, telecomunicazioni, farmaceutica, biomedicale, aerospazio) si sono attestate su valori pari a circa 150 mila unità, occupando poco più di 846 mila addetti: i settori ad alta tecnologia pesano così il 3% e il 5% in termini di unità locali e addetti sul sistema complessivo delle imprese.
Il tessuto produttivo dei settori ad alta tecnologia è ricco ed articolato, caratterizzato da un’elevata eterogeneità per tipologia di specializzazioni produttive (manifatturiero, servizi, commercio), per diversa rilevanza sul tessuto economico (sia in termini di addetti che unità locali) e per dimensione media dei player (con prevalenza di grandi soggetti nell’aerospazio e nella farmaceutica, e maggiore presenza di soggetti più piccoli nel mondo del commercio e dei servizi IT). Su tutti spicca però il peso preponderante della componente dei servizi IT, sia per numero di attori coinvolti che per valore aggiunto generato (con oltre 95 mila unità locali e 436 mila addetti, rappresentano infatti oltre la metà delle unità locali e addetti dei settori ad alta tecnologia in Italia).