Resta in mano ai notai l’affidamento in via esclusiva la costituzione online delle startup e più in generale di Srl e Srls. Il Dlgs approvato del Cdm non ha modificato l’articolo 2 del provvedimento, che recepisce la direttiva Ue sull’uso di strumenti digitali nel diritto societario.
“L’atto costitutivo delle società a responsabilità limitata e delle società a responsabilità limitata semplificata aventi sede in Italia e con capitale versato mediante conferimenti in denaro può essere ricevuto dal notaio, per atto pubblico informatico, con la partecipazione in videoconferenza delle parti richiedenti o di alcune di esse – si legge nell’articolo – Gli atti di cui al primo periodo sono ricevuti mediante l’utilizzo di una piattaforma telematica predisposta e gestita dal Consiglio nazionale del notariato. Si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 47-bis, 47-ter e 52-bis della legge 16 febbraio 1913, n. 89, ed i conferimenti sono eseguiti mediante bonifico bancario eseguito sul conto corrente dedicato di cui all’articolo 1, comma 63, della legge 27 dicembre 2013”.
La piattaforma consentirà l’accertamento dell’identità, la verifica dell’apposizione, da parte di chi ne è titolare, della firma digitale o di altro tipo di firma elettronica qualificata, la verifica e l’attestazione della validità dei certificati di firma utilizzati nonché la percezione di ciò che accade alle parti collegate in videoconferenza nel momento in cui manifestano la loro volontà.
Non sono stati dunque presi in considerazione i rilievi espressi da Camera e Senato nei pareri al Dlgs rilasciati nelle scorse settimane.
Nel dettaglio il parere della commissione Giustizia e Attività produttive di Montecitorio – relatori Roberto Cassinelli (Fi) e Luca Carabetta (M5S) – chiedeva al governo, rispetto al “notaio obbligatorio” per la costituzione di nuove imprese, di ridisegnare lo schema di decreto legislativo, valutando l’opportunità di consentire la costituzione online di Srl/Srsl con statuto standard anche presso la Camera di Commercio.
La commissione eccepiva anche sull’affidamento diretto al Consiglio Nazionale del Notariato della piattaforma telematica per questo genere di pratiche, prefigurando una situazione di monopolio.
Secondo il parere illustrato dal relatore Tommaso Nannicini (Pd), l’attribuzione al Consiglio Nazionale del Notariato “della predisposizione e la gestione della piattaforma telematica per la costituzione da remoto delle società a responsabilità limitata” crea “un monopolio legale di fatto, con possibili effetti negativi su altri soggetti specializzati e sugli utenti finali”.
“Lo schema di decreto vìola platealmente il principio della concorrenza sancito dal Trattato sull’Ue dando un monopolio (digitale) di fatto all’ordine dei notai – scriveva Nannicini su Medium – E non fa niente per risolvere l’aggravio di costi e le complicazioni per la costituzione di startup nate in seguito a una recente sentenza del Consiglio di Stato. Dobbiamo cambiare passo. Il governo adesso lo faccia modificando lo schema di decreto”.
I commenti al Dlgs
“Il Governo non ha ritenuto di accogliere il nostro parere che avrebbe portato a un doppio binario – notaio / camera di commercio – per la costituzione di nuove società di capitali – evidenzia Luca Carabetta, deputato 5 Stelle – Ignorate sostanzialmente tutte le osservazioni delle Commissioni Parlamentari coinvolte. Purtroppo non sono sorpreso. Lo stralcio odierno di una norma relativa proprio al ruolo del notaio nel Ddl Concorrenza è stato un preludio poco rassicurante. Evidentemente ci sono notevoli pressioni su questi fronti”.
“Si torna dunque a costituire imprese tramite notaio e attraverso la piattaforma telematica unica del Consiglio Nazionale del Notariato, in controtendenza rispetto al resto d’Europa – sottolinea – Una pessima notizia per le imprese, specie per quelle più innovative. Come già anticipavo non ci fermeremo di certo qui. Non posso accettare che questo paese continui a guardare al passato”.
Rammarico è espresso anche da Assintel. “Se parliamo di crescita digitale, dobbiamo avere il coraggio di cambiare le regole del gioco, che non possono più essere quelle di ieri. Il digitale è democratico se e solo se è inserito in un contesto di concorrenza leale, in cui anche le piccole imprese del Made in Italy digitale possano gareggiare alla pari – dice la presidente, Paola Generali – Ma così non è ancora, e la vicenda del monopolio Notartel ne è un triste esempio. Proviamo rammarico per il nuovo D.Lgs e continueremo a porre l’attenzione del Governo sul rispetto di questi princìpi, che stanno alla base della nostra idea di impresa e di ecosistema”.