Startup più vicine alla “zero burocrazia”: in legge di Stabilità stop al bollo

La commissione Bilancio approva le prime modifiche: eliminati anche i diritti di segreteria. E per l’atto costitutivo introdotta la firma elettronica avanzata autenticata

Pubblicato il 21 Nov 2016

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Esonero dall’imposta di bollo e dei diritti di segreteria per la nascita di startup innovative. Sono le prime modifiche introdotte alla Legge di Stabilità, con l’approvazione degli emendamenti da parte della commissione Bilancio di Montecitorio.

Si prevede inoltre che la sottoscrizione dell’atto costitutivo di startup innovative possa avvenire, oltre che con firma digitale, anche con firma elettronica avanzata autenticata.

La legge di Bilancio 2017 contiene numerose novità per le startup. La prima riguarda la durata degli incentivi, che da temporanei diventano permanenti. Dal 2017, inoltre, la misura delle agevolazioni aumenterà al 30% con aliquota unica per gli investimenti delle persone fisiche, delle persone giuridiche e in start-up innovative a vocazione sociale o del settore energetico. Per le persone fisiche infine raddoppierà il limite massimo dell’investimento su cui calcolare la detrazione, limite che passa dagli attuali 500.000 a un milione di euro.

Le modifiche previste investono numerosi profili: la loro durata, la misura dell’agevolazione, l’importo massimo di investimento ammissibile. L’obiettivo è di renderli più attraenti al fine di promuovere gli investimenti in capitale di rischio in queste particolari tipologie di imprese.

L’intenzione del governo è dare una spinta all’imprenditoria innovativa che in Italia sta incontrando quache ostacolo. Come spiegato in un articolo di CorCom sempre più startup si rivolgono al Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese (Fgpmi), strumento governativo che facilita l’accesso al credito attraverso la concessione di garanzie sui prestiti bancari. Oltre 384milioni di euro di prestiti garanti dallo Stato sono stati erogati a più di 1200 giovani società innovative negli ultimi tre anni, come evidenzia il rapporto “Le startup innovative e il Fondo di Garanzia per le PMI”, aggiornato al 30 settembre.

Dal Rapporto risulta che il tasso di sofferenza di queste imprese è vicino allo zero, ovvero che quasi tutte le startup restituiscono il dovuto. Da settembre 2013 a settembre 2016 le operazioni di finanziamento verso startup innovative garantite dal FGPMI sono state 1.987. Le startup innovative destinatarie di operazioni di finanziamento garantite dal Fondo sono risultate 1.239. L’importo totale dei finanziamenti verso le startup innovative garantiti dal FGPMI è di 490.398.993 euro. Dal 30 giugno 2016 si è registrato un incremento di operazioni di finanziamento avviate (+334), di startup innovative destinatarie (+203) e di importo dei finanziamenti (+72,41 milioni di euro). In calo l’entità del finanziamento medio (-6.064 euro). In testa alla classifica regionale per accesso al Fondo è la Lombardia.

Nel piano Industria 4.0 presentato a settembre dal governo è previsto il rifinanziamento del Fondo con 900 milioni di euro a fronte di un impegno da parte dei privati, quindi in questo caso delle banche, per 22 miliardi di euro. Tuttavia, con l’aumento delle richieste di prestiti, cominciano a comparire sul mercato comportamenti quando meno insoliti. Alcune startup raccontano di banche che pretenderebbero garanzie personali non solo sul 20% dell’importo richiesto, ma su tutto il 100%. Ma questo non dovrebbe succedere ai sensi Dm attuativo, il Fondo interviene solo a patto che non vengano richieste altre garanzie bancarie, finanziarie o assicurative. Ma alcuni istituti avrebbero trovato il modo per aggirare la norma.

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