IL REPORT

Startup quotate, in Italia capitalizzazione da 216 milioni di euro

Secondo l’Osservatorio Aim di Ir Top Consulting le società innovative presentano, nell’anno successivo all’Ipo, ricavi in crescita del 56%

Pubblicato il 04 Giu 2020

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L’Osservatorio Aim di Ir Top Consulting ha selezionato all’interno dell’intero listino azionario un campione di società “startup” quotate esaminandone i risultati economico-finanziari alla data di Ipo, nell’anno precedente alla quotazione, al 31 dicembre 2019 e i trend di crescita rispetto al 2018. Secondo la selezione realizzata dall’Osservatorio, le “startup” quotate su Aim Italia sono nove, il 7% del mercato Aim, e registrano una capitalizzazione totale di 216 milioni di euro, pari al 4% rispetto a 5,7 miliardi di euro di Aim Italia. Si tratta di Abitare In (Finanza) CleanBnB (Servizi) CrowdFundMe (Finanza) Dmh (Tecnologia) Digital Magics (Finanza) Energica Mc (Industria) Kolinpharma (Healthcare) SosTravel.com (Servizi) UCapital24 (Finanza). I capitali raccolti dalle società sono pari a 36 milioni di euro (3,9 miliardi del mercato Aim Italia in dieci anni). Cinque di queste società si sono quotate nel biennio 2018-2019.

La capitalizzazione media del panel “startup Aim” si attesta sui 24 milioni di euro ed è inferiore rispetto alla media del mercato Aim (46 milioni di euro, 33 al netto delle Spac, Special Purpose Acquisition Company, e delle Business Combination). La capitalizzazione da Ipo è pari in media a 20 milioni di euro. La raccolta media in Ipo è pari a 4,0 milioni di euro ed evidenzia un taglio inferiore, pari a circa la metà rispetto alla media del mercato Aim (7,6 milioni di euro). Il controvalore medio delle “startup Aim” dal 2 gennaio 2020 al 25 maggio 2020 è pari a 46 mila euro, circa la metà del controvalore medio giornaliero di Aim Italia scambiato nei primi cinque mesi del 2020 (80 mila euro). Il flottante medio da Ipo delle “startup Aim” è pari a 24,4% (24% sul mercato Aim, al netto di Spac), il flottante di mercato si attesta al 39,6% (33% sul mercato Aim, 31% al netto di Spac e Business Combination).

Le Pmi innovative quotate su Aim Italia

Le Pmi Innovative iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese beneficiano di importanti agevolazioni. Sono complessivamente oltre 1500 le Pmi innovative registrate, di cui 48 quotate su Aim Italia e rappresentano il 38% in termini di numero di società e il 23% in termini di capitalizzazione di mercato. Dodici società Aim hanno ottenuto la qualifica nel 2019: uno dei requisiti per ottenerla e mantenerla è avere azioni quotate su un mercato non regolamentato, italiano o europeo, criterio che viene meno con la quotazione su un mercato regolamentato.

L’identikit della “startup Aim” quotata al 31 dicembre 2019

Dall’analisi dell’Osservatorio Aim sui risultati economico-finanziari al 31 dicembre 2019 emerge che le “startup Aim” mostrano in media nel 2019 ricavi pari a 8,1 milioni di euro ed Ebitda pari 0,6 milioni di euro. Dallo studio emerge che la crescita delle “startup Aim” in termini di ricavi è positiva e pari al +17,8%. Le società incluse nel panel presentano, nell’anno precedente all’Ipo, ricavi medi pari a 1,6 milioni di euro, e segnano, nell’anno successivo una crescita media del 56% (raggiungendo il valore di 2,4 milioni di euro in media nell’anno di Ipo). In termini di profittabilità, il panel presenta caratteristiche tipiche di società nella fase iniziale dell’attività, con un dato medio relativo all’Ebitda Margin negativo sia nell’anno precedente all’Ipo che nell’anno di Ipo stesso.

In termini di Ebitda le startup quotate Aim hanno subito un rallentamento rispetto al 31 dicembre 2018, maggiormente evidente nelle società che si sono quotate nel 2019. In termini di marginalità, il campione analizzato si contraddistingue infatti per caratteristiche tipiche di società nella fase iniziale dell’attività, con un dato medio relativo all’Ebitda Margin negativo. L’Ev/Sales 2019 medio è pari a 13,3x (6,0x in media al netto di UCapital24) e l’Ev/Ebitda medio è pari a 13,5x. Modelli di valutazione delle Startup Le principali criticità nel processo valutativo di una startup riguardano le limitate dimensioni in termini di ricavi, la presenza di perdite operative significative e all’incertezza delle previsioni su ricavi, margini e flussi di cassa futuri.

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