L'INDAGINE

Startupbootcamp: “Start up europee frenate dalle banche”

Vecchio continente indietro rispetto agli Usa per accesso alla comunità degli investitori e ai fondi di venture capital

Pubblicato il 03 Ott 2012

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Il potenziale dell’hi-tech europeo è frenato dalle banche e dalla comunità finanziaria. Questa la fotografia di un’indagine condotta da Startupbootacamp, un acceleratore paneuropeo di start up tecnologiche, su un campione di 115 imprenditori, mentori e investitori del settore tecnologico. Il mancato supporto alle aziende innovative e l’assenza di offerte pubbliche sono indicati come l’ostacolo maggiore al loro sviluppo.

L’indagine, condotta tra luglio e agosto 2012, ha mostrato che, nonostante l’Europa sia molto ben posizionata in termini di infrastrutture e istruzione, le startup europee sono state trascurate rispetto a quelle statunitensi in termini di capitali disponibili e di “exit opportunity” garantiti da quotazioni e acquisizioni.

I tre fattori più importanti per le start-up sono l’infrastruttura per le comunicazioni (l’86%), la comunità dei fondi di investimento (85%), e l’istruzione (80%). Nonostante l’Europa abbia prevalso in due categorie su tre contro gli Usa (nelle comunicazioni 93% a 7% e istruzione 62% a 38%), il Vecchio Continente, secondo l’indagine, è rimasto molto indietro per quel che riguarda la comunità degli investitori e i fondi di venture capital dove gli Usa battono l’Europa 90% a 10%. A livello europeo, l’accesso alla comunità dei fondi di investimento è risultato molto polarizzato verso la Gran Bretagna con una preferenza media dell’85%, seguita dalla Germania (10%) e da Israele (5%).

Il 62% degli intervistati ritiene inoltre che gli Stati Uniti offrano un ambiente fiscale più favorevole per le startup, nonostante l’Europa prevalga per problematiche quali case, uffici, infrastrutture fisiche e supporto da parte dei governi.

Il potenziale dell’Europa come crogiolo per la crescita di aziende tecnologiche è stato messo fortemente in dubbio quando si è parlato di exit opportunity; l’88% degli intervistati è stato d’accordo nel ritenere gli Usa il migliore ambiente per le exit strategy. L’8% si è espresso a favore della Gran Bretagna, il resto suddiviso equamente tra gli altri paesi dell’Unione Europea.
“L’indagine, che abbiamo condotto con il nostro partner AxiCom, conferma le nostre sensazioni: nella maggior parte delle aree l’Europa ha raggiunto o superato gli Usa come ambiente ideale per le startup – dice Alex Farcet, cofondatore di Startupbootcamp – L’indagine ha però anche messo a nudo le aree fondamentali ove l’Europa è ancora molto indietro: exit strategy e supporto finanziario. Alcuni istituti finanziari come Abn Amro sono scesi a patti con lo scenario delle startup e l’elevato potenziale che esso offre, cambiando il loro approccio alla gestione degli investimenti. Molti altri istituti e fondi di investimento invece hanno ancora parecchia strada da fare in tal senso”.

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