Tra il 2019 e il 2021 si è assistito a una crescita esponenziale delle assunzioni femminili tra le professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione. È quanto rileva la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro secondo cui il balzo ammonta al 23%. Il 66,3% delle nuove assunzioni effettuate tra i profili più qualificati e specializzati riguarda le donne ma entrando nel dettaglio delle singole professioni, quelle che hanno mostrato maggiore dinamicità sono, in molti casi, profili su cui la presenza femminile è ancora fortemente sottodimensionata. A registrare la maggiore crescita nel 2021 (+40,2%) sono ingegneri e architette, seguite dalle specialiste della salute (+33,6%), specialiste della formazione e della ricerca (+26,9%), professioni tecniche nelle scienze della salute (+21,2%) e specialiste in scienze matematiche, informatiche e chimiche (+19,5%). “Se in alcuni casi si tratta di ambiti a consolidata presenza femminile, in particolare nel settore della salute e della formazione, in altri, la rincorsa femminile mira anche a colmare un divario di genere che ancora persiste, come nel caso di quelle ingegneristiche, dove le donne hanno rappresentato il 28% delle assunzioni effettuate nei primi mesi del 2021, tra gli specialisti in scienze matematiche e informatiche (29%) o le professioni tecniche in campo scientifico e ingegneristico (20,1%)”, si legge nel report.
Sebbene siano ancora poche le studentesse che scelgono le “scienze dure”, rispetto alla media europea, l’Italia ha risultati migliori sia per la percentuale di donne che conseguono il titolo di dottore di ricerca (51% rispetto a una media europea del 48%), sia per la percentuale di afferenza di donne ai settori tecnico-scientifici delle aree Stem – 43%, 2 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente e sopra la media europea del 38%. È quanto emerge dal Focus “Le carriere femminili in ambito accademico” dell’Ufficio statistico del Ministero dell’Università e della Ricerca.
Solo un amministratore su 4 è donna
Secondo Unioncamere solo un amministratore su 4 è donna, ma dall’inizio della pandemia le donne al vertice sono 8.600 in più. L’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere la crescita delle donne al vertice fa il paio però con una contrazione dello 0,46% della quantità di donne che ricoprono cariche nel mondo imprenditoriale perdendo quasi 12mila posizioni tra dicembre 2019 e dicembre 2021, in virtù di un calo consistente soprattutto tra le socie (circa 19mila in meno) e le titolari di imprese individuali (-7mila). Segno quest’ultimo delle difficoltà che stanno attraversando soprattutto le imprese minori. Secondo le evidenze del report “Better to Belong” di Accenture le donne sentono di avere meno influenza decisionale (55% contro il 60% del totale), riportano esperienze di “mancata appartenenza” in misura maggiore (38% vs 34%) e rivelano una maggior propensione a cambiare datore di lavoro (6,2% vs 5,4%); inoltre, solo il 65% di loro si sente rispettata dai propri pari.
L’Osservatorio sul Pnrr dell’Associazione Donne 4.0
Secondo il Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality (Eige), l’Italia si colloca attualmente al 14° posto, con un punteggio di 63,5 punti su 100, inferiore di 4,4 punti alla media UE82. “Questi dati allarmanti possono migliorare solo se, le risorse del Pnrr saranno indirizzate in modo diretto e incisivo a chiudere il gender gap” sottolinea Darya Majidi Presidente e Fondatrice dell’Associazione Donne 4.0. che ha creato un Osservatorio sul Pnrr con lo scopo di valutare e identificare gli obbiettivi diretti e indiretti dedicati alle donne e verificare l’efficacia delle azioni realizzate tramite la definizione di misure precise e quantificabili. “Ad oggi abbiamo analizzato nel dettaglio i primi 51 obiettivi realizzati dal Pnrr nel 2021, principalmente di carattere qualitativo, insieme ai primi bandi di gara. Emerge da subito una situazione in chiaroscuro, con punti di forza e misure connesse direttamente alla valorizzazione delle donne (vedi il fondo Impresa donna, la certificazione obbligatoria di genere, gli appalti con criteri di genere, quote di 40% nelle ricercatrici), ma anche criticità che desideriamo segnalare perché auspichiamo si possano introdurre dei correttivi nel prosieguo del Piano” conclude Darya Majidi.
Incentivi all’imprenditoria femminile: stanziati 400 milioni
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 10 febbraio il decreto Mise che integra le risorse a sostegno dell’imprenditoria femminile con i 400 milioni di euro previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. In particolare il decreto rafforza sia il nuovo Fondo per l’imprenditoria femminile, sia le altre misure già avviate come nuove imprese a tasso zero, a supporto della creazione di piccole e medie imprese e auto imprenditoria, e Smart&Start che supporta start-up e Pmi innovative.
L’obiettivo è di sostenere almeno 2400 imprese femminili, agevolando la realizzazione di progetti imprenditoriali innovativi, supportando le startup femminili attraverso attività di mentoring, assistenza tecnico-manageriale e misure per la conciliazione vita-lavoro, creare un clima culturale favorevole che valorizzi l’imprenditorialità femminile attraverso misure di accompagnamento, monitoraggio e campagne di comunicazione.
Dalla relazione Mise al Parlamento sullo stato di attuazione e l’impatto delle policy a sostegno di startup e pmi innovative emerge evidenzia, come per le startup innovative, una modesta prevalenza giovanile, femminile e di stranieri. Infatti, solo nel 4,1% delle Pmi innovative vi è una marcata presenza di giovani; quota che scende all’1,7% nel caso degli stranieri. Lievemente più alta è l’incidenza femminile (8%) pur restando ad un livello abbastanza esiguo.
Giorgetti nomina Comitato Impresa donna
Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha nominato le componenti del Comitato Impresa donna che si insedierà al Ministero dello Sviluppo economico e sarà presieduto da Valentina Picca Bianchi.
Il Comitato parteciperà attivamente alle operazioni di implementazione e monitoraggio delle misure a sostegno dell’imprenditoria femminile che hanno l’obiettivo di incentivare – anche attraverso le risorse del Pnrr – le donne ad avviare nuove attività nel mondo delle imprese.
L’organismo dovrà inoltre svolgere una attività di supporto finalizzata a individuare soluzioni a eventuali problematiche che dovessero emergere sul tema della presenza femminile nell’impresa e nell’economia.
Sono nominati componenti del Comitato Impresa donna:
– Valentina Picca Bianchi per il Ministero dello sviluppo economico con funzione di presidente
– Catia Bastioli per il Ministero dello sviluppo economico
– Paola Paduano per il Ministero delle pari Opportunità
– Nunzia Vecchione per il Ministero dell’Economia e delle Finanze
– Loretta Credaro per Unioncamere
– Adanella Peron in rappresentanza delle Regioni e province autonome
– Paola Mascaro in rappresentanza delle categorie economiche produttive
– Marica Montanari in rappresentanza delle categorie economiche produttive
– Rosa Ferro in rappresentanza delle categorie economiche produttive
– Valentina Borghi in rappresentanza delle categorie e produttive
– Caterina Marcella Cannariato rappresentanza delle categorie economiche produttive
– Federica Garbolino, con il supporto di Giulia Zanotti, per lo svolgimento dei compiti di segreteria
Competenze e formazione: in aumento la presenza di donne, al top le Digital Hr
Secondo i dati registrati da Talent Garden nei primi due mesi del 2022 nelle classi della scuola internazionale per la crescita professionale la quota di iscrizioni di donne è salita al 60%. In particolare, i percorsi formativi maggiormente caratterizzati da una presenza al femminile sono quelli legati a: Digital Marketing, Design (UX e UI) e Digital Human Resource. È donna il 65% dei partecipanti ai programmi di Digital Marketing di Talent Garden e un altro settore ad alta trasformazione è quello del design, parliamo in particolare di user experience e user interface, dove le metodologie del design thinking e dello human centric design diventano il cuore del nuovo modo di lavorare delle aziende. È di oltre il 70%, la percentuale di donne iscritte ai master full time e part time in ambito design, come l’UX e l’UI master, che permettono di diventare esperti digitali specializzati nell’area dello sviluppo web che hanno come obiettivo quello di migliorare l’esperienza globale dell’utente su un sito (o un’app) attraverso funzionalità e interfacce grafiche. Il corso di formazione che vede quasi la totalità della presenza femminile (91%) è in Digital HR, un master che affronta l’evoluzione del tradizionale settore delle risorse umane per formare un professionista in grado di utilizzare HR Analytics e strumenti di UX Design per migliorare l’esperienza dei candidati e attrarre talenti in azienda e che presiede tutte le funzioni canoniche del mondo HR (selection, recruiting, onboarding, education, organization, career development, compensation and benefit), in un’ottica strategica di cambiamento culturale in cui la data analysis acquisisce un valore fondamentale per la valutazione dei risultati ottenuti.
In nuovi corsi dell’Università Sant’Anna di Pisa
In occasione della Giornata internazionale della donna, la Scuola Superiore Sant’Anna annuncia per luglio 2022 due nuovi corsi di orientamento universitario che coinvolgeranno un totale di 50 studentesse di alto merito. Questi due corsi sono pensati per promuovere la loro partecipazione a percorsi di laurea di materie “Stem” e per confermare il ruolo di “ascensore sociale” dell’università, favorendo l’accesso a ragazze di talento che provengono da famiglie con genitori non laureati, ben sapendo che queste studentesse – seppure di grande merito – incontrano difficoltà maggiori nella scelta del percorso di studi universitari, difficoltà che potrebbero rivelarsi ancora maggiori nel caso di ragazze che intendono avvicinarsi a un percorso di studio universitario in materie “Stem”. I due corsi di orientamento universitario si intitolano “Stem: le ragazze si mettono in gioco”.
Women TechEU: 5 le startp italiane selezionate
La Commissione ha annunciato a inizio marzo i risultati del primo invito nell’ambito del nuovo programma pilota Women TechEU, a sostegno delle start-up deep-tech guidate da donne. L’iniziativa erogherà un finanziamento di 75.000 euro per ogni singola start-up selezionata per sostenere le fasi iniziali del processo di innovazione e di crescita aziendale. L’iniziativa, inoltre, mira a fornire coaching nell’ambito del programma di leadership femminile del Consiglio europeo per l’innovazione (EIC) e opportunità di networking a livello dell’UE. Cinque start-up sono italiane: Biomimx, ClearBox AI Solutions, Ecosteer, Emoj e Splastica.
Restando alle startup Unicredit ha lanciato l’iniziativa “Value track for women in tech”, un percorso di crescita dedicato a 20 startup a trazione femminile selezionate all’interno di Unicredit Start Lab, la piattaforma di business e innovazione della banca dedicata a startup e piccole e medie imprese italiane “tech” ad alto potenziale.