Il Politecnico di Milano e StMicroelectronics (Stm) hanno siglato un accordo di collaborazione quinquennale per la realizzazione di un centro di ricerca congiunto sui materiali avanzati per sensori. Sulla base della lunga partnership tra l’ateneo e l’azienda, la struttura nasce per offrire a professori, ricercatori e dottorandi i mezzi per concepire, disegnare e sviluppare la tecnologia Mems (Micro-electro-mechanical system). L’accordo, si legge in una nota, permetterà al Politecnico di Milano di “diventare ancora più attrattivo per accademici di talento, offrendo molteplici borse di dottorato e posizioni per professori e ricercatori in quattro aree di interesse comune e nel settore dei materiali ad esse connessi”. L’ampliamento della collaborazione esistente già da diversi anni consentirà l’ulteriore sviluppo del centro di eccellenza dedicato a sensori d’avanguardia in Lombardia. L’intesa prevede, inoltre, l’aggiornamento delle principali infrastrutture, a partire dalla realizzazione di una linea pilota da 200 mm allo stato dell’arte che affiancherà l’attuale clean room da 150mm di PoliFab. Dedicata allo sviluppo di nuove tecnologie Mems, la nuova linea pilota sarà impiegata a supporto di progetti di ricerca, formazione ed elaborazione di tesi.
Giorgetti: “Lo Stato può essere azionista delle imprese in modo discreto”
L’accordo siglato tra Stm e il Politecnico di Milano sui materiali avanzati per sensori è stata l’occasione per una visita del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti al cantiere del nuovo impianto R3 di Agrate Brianza (Mb), che lavora fette di silicio di 300 mm di diametro.
StMicroelectronics è “un caso di successo industriale transnazionale, ci sono due paesi e due governi come Italia e Francia che da tempo collaborano in modo sinergico al successo dell’iniziativa”. ha affermato Giorgetti. “Non ci sono molti casi in giro per l’Italia e forse anche per la Francia che documentano un successo come questo, una testimonianza di come può essere fruttuosa questa collaborazione. C’è un dibattito che va per la maggiore a Bruxelles, tutti questi bei discorsi sull’autonomia strategica e sulla sovranità tecnologica dell’Europa vanno declinati nelle scelte. La politica e il governo devono sapere che su certi settori deve essere messo in comune con l’Europa uno sforzo, tenendo ben presente l’interesse nazionale. Lo Stato può essere azionista delle imprese in modo discreto e intelligente senza condizionare il management“, ha concluso Giorgetti, sottolineando che “su certi settori bisogna mettere a fattor comune lo sforzo anche con altri soggetti, tenendo ben presenti gli interessi nazionali e le ricadute sul sistema industriale italiano”.
Il nuovo impianto di StMicroelectronics
La nuova fabbrica, come ha spiegato il presidente di Stm Italia Giuseppe Notarnicola, sarà “ad altissimo livello di automazione e sarà naturalmente basata sugli strumenti produttivi tipici dell’industria 4.0”. Con 65 mila mq di superficie complessiva, di cui 15.100 di ‘camera bianca’, avrà il compito di “mantenere e rilanciare per i prossimi anni la leadership di Stm nel settore Smart Power e la competitività produttiva, grazie al passaggio a wafer da 300 mm”.
La costruzione del nuovo edificio è cominciata nel luglio del 2018. Nel dicembre del 2020 è stato completato ed entro l’ottobre di quest’anno è previsto il completamento della ‘Camera Bianca’, il cuore produttivo dell’impianto. Seguirà a dicembre l’installazione dei primi macchinari e i primi wafer saranno processati entro il giugno del 2022, con l’inizio delle produzioni a regime entro il trimestre successivo. Un impianto per il quale, ha sottolineato il presidente e amministratore delegato Jean Marc Chéry, sono stati investiti “oltre due miliardi di dollari”. La struttura in questo momento sta dando lavoro a 700 persone addette alla realizzazione degli impianti ed entro il 2023 è previsto l’ingresso di ulteriori 600 persone. “Stm”, ha commentato il presidente del consiglio di sorveglianza del gruppo Maurizio Tamagnini, “è il nostro Tech Giant, è uno dei cinque maggiori produttori di processori nel mondo nel settore in cui opera, occupa 11 mila persone, tra cui 3 mila ricercatori. Negli ultimi cinque anni”, ha concluso, “ha investito 3,5 miliardi di dollari, dimostrando che nel Paese del ‘piccolo è bello’ si può fare grande impresa”.