DIGITAL TRANSFORMATION

Strategie data-driven: per le aziende virtuose ricavi in aumento in 12 mesi

In forte crescita la soddisfazione dei clienti. Secondo i risultati di un’indagine di Lenovo sono tre i pillar per rendere efficace l’uso dei dati in tutte le funzioni: Data Management, Data Analytics e Data Security. Ma solo il 15% delle imprese è riuscito a metterli a segno e ha compreso davvero il potenziale

Pubblicato il 31 Mar 2023

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L’utilizzo efficace dei dati è un attributo chiave delle aziende leader a livello mondiale in quanto consente di ottenere più velocemente informazioni accurate e di accelerare l’innovazione. Tuttavia, una ricerca commissionata da Lenovo ha rilevato che, nonostante i vantaggi siano tangibili, di fatto solo una minoranza (15%) delle aziende soddisfa attualmente i criteri per essere definite Data Leader.

Il report “Data for Humanity, attraverso interviste a executive di aziende con un fatturato pari o superiore a 500 milioni di dollari presenti in cinque paesi diversi, ha analizzato come le più grandi imprese globali valorizzino i dati e quali siano le opportunità di utilizzarli per raggiungere i propri obiettivi e ottenere benefici in un contesto di mercato estremamente competitivo.

I Data Leader sono un gruppo d’élite di aziende che hanno messo in atto strategie di successo basate su tre pillar fondamentali – Data Management, Data Analytics e Data Security – che consentono un utilizzo più efficace dei dati in tutte le funzioni aziendali. Queste imprese incentrate sui dati hanno conseguentemente riscontrato numerosi vantaggi e negli ultimi 12 mesi hanno aumentato con successo i ricavi (78%) e migliorato la soddisfazione dei clienti (70%). I Data Leader hanno anche molte meno probabilità di subire gli effetti di una scarsa produttività dei dipendenti (13%) e di una riduzione del tasso di innovazione (10%).

I tre Data Pillar, una fotografia dello scenario

Nonostante solo una minoranza rientri nella categoria dei Data Leader, Data Management, Data Analytics e Data Security occupano un posto di rilievo nei piani futuri di tutte le aziende. I leader aziendali dichiarano che nei prossimi cinque anni investiranno soprattutto in strumenti di sicurezza informatica (59%), strumenti di intelligenza artificiale, strumenti di analisi dei dati (57%) e archiviazione dei dati (55%)

Altri aspetti considerati fondamentali per la valorizzazione dei dati sono la maggiore automazione nella gestione e/o nell’analisi (89%) e il miglioramento dell’uso di diverse tipologie di dati, come quelli esterni e non strutturati (88%).

Le aziende coinvolte nella ricerca stanno ottenendo buone performance in alcune aree specifiche. La maggior parte dei dirigenti intervistati ritiene che la propria soluzione per i dati sia scalabile (58%), altamente automatizzata (57%) e semplice da usare per i dipendenti (55%). Molti ritengono inoltre che gli strumenti e le tecnologie attualmente disponibili migliorino la visibilità, contribuendo a fornire una visione unica di tutti i dati dell’azienda (54%) e riuscendo ad archiviarne la maggior parte nel cloud (52%).

Tuttavia, solo la metà (52%) dei manager è soddisfatta della propria piattaforma dati esistente e circa un quarto (23%) ritiene di essere in ritardo rispetto alla concorrenza in questo ambito. La sicurezza e le competenze sono entrambe citate come aree chiave che frenano le aziende, oltre alle difficoltà di comunicazione interna e di integrazione dei dati. Oltre la metà (56%) ha difficoltà ad accedere ai propri dati da qualsiasi luogo, un fattore sempre più importante nell’era del lavoro ibrido.

Focus sulla Data Security

La quasi totalità (91%) degli executive coinvolti nel sondaggio afferma che il miglioramento delle soluzioni di cybersecurity sarà importante o essenziale per consentire alla propria azienda di sbloccare il valore dei dati. Tuttavia, se la maggioranza (57%) ha la certezza che i propri dati siano protetti, una percentuale significativa (43%) non si sente sicura.

Inoltre, quando si tratta di condividere i dati con partner e organizzazioni esterne per scopi quali il sostegno a iniziative ambientali e sanitarie, il miglioramento dell’istruzione o l’incoraggiamento dell’innovazione, la sicurezza risulta essere un fattore chiave che frena le aziende. I problemi di sicurezza sono citati come il principale ostacolo alla condivisione dei dati (89%), prima dei sistemi legacy e dell’arretratezza tecnologica (88%), dei costi (87%) e delle preoccupazioni relative alla competitività (86%).

Molti (84%) ritengono che la mancanza di dati utilizzabili sia un ostacolo. Quasi un terzo (31%) ammette di aver subito rischi informatici come conseguenza della mancata evoluzione della propria capacità di gestire e analizzare i dati.

La centralità dei dati nel settore energetico: tre sfide da affrontare

Anche nel settore dell’Energia e delle Utility si sta assistendo una trasformazione radicale: con l’aumento della complessità dei sistemi e dei mercati energetici, le aziende devono affrontare un vero e proprio cambio di passo dovuto all’esplosione nel volume, nella varietà e nella velocità dei dati da gestire, proteggere, integrare e analizzare. Secondo la Idc European It and Ot Convergence Survey 2022, in particolare, nei prossimi 12 mesi le aziende del settore si attendono un’espansione dei volumi giornalieri di dati operativi prodotti di quasi il 19%. Idc e Denodo hanno identificato le tre principali sfide da cogliere per trarre il massimo vantaggio dalla nuova economia dei dati.

Nell’affrontare l’esplosione dei dati e l’evoluzione delle infrastrutture IT, il cloud è l’unica opzione infrastrutturale in crescita per la gestione e l’analisi dei dati operativi, tanto che oggi lo utilizza il 36% delle aziende Energy & Utility (rispetto al 19% del 2020): si pensi per esempio ai data lake e ai cloud database per la gestione e l’analisi dei dati di misura, al software-as-a-service per il reporting sui rischi di mercato o alle piattaforme IoT e agli analytics sui dati operativi per la gestione proattiva degli impianti.

Definita una governance efficiente dei dati, la complessità dei mercati e dei perimetri informativi pone di fronte alla necessità di arrivare a una intelligenza del dato e a un utilizzo che ne massimizzi il valore. Idc stima, ad esempio, che nel 2022 i dati operativi effettivamente utilizzati da un’azienda industriale medio-piccola (250 milioni di dollari di fatturato) siano stati ancora inferiori al 25% del totale.

Oggi una delle maggiori sfide per il settore dell’energia è proprio la carenza di competenze, spesso orientate verso le grandi tech company.

Per operare in sistemi e mercati energetici che tendono sempre di più verso il tempo reale, è quindi necessario adottare strategie che consentano di avvicinare i momenti di produzione e consumo dei dati, democratizzando in ultima analisi l’accesso e l’uso dei dati stessi (che non sono più la prerogativa di utenti e funzioni squisitamente tecniche, ma divengono patrimonio di gran parte dell’organizzazione).

L’attuale contesto di business, infine, non può prescindere dall’aspetto legato alla sostenibilità della nuova economia dei dati. Decarbonizzazione, elettrificazione, conservazione delle risorse e circolarità dei materiali sono aspetti che non determinano una semplice evoluzione dei servizi offerti, ma che impongono un approccio aziendale completamente rinnovato in ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Se si considera che il dato è al centro di questa trasformazione, non sorprende che alcune delle aziende più all’avanguardia nel settore abbiano sviluppato politiche di “digital responsibility” come diretta emanazione della più ampia corporate social responsibility, puntando allo sviluppo di un ecosistema digitale sostenibile per l’azienda e i suoi stakeholder.

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