Servizi di streaming e pacchetti telefonici nel mirino dall’Ue. In più di tre casi su quattro i siti che li offrono agli utenti violerebbero le normative europee a tutela dei consumatori.
È quanto emerge da una ricerca condotta dalla Commissione europea. Sul totale di 207 siti web esaminati, ben 163 hanno adottato pratiche scorrette, che potrebbero dar luogo a sanzioni. Attenzione, dunque, a dove si naviga. I comportamenti ingannevoli sono i più vari. Si va dalla distribuzione di prodotti definiti “gratis” o “scontati”, inseriti all’interno di pacchetti a pagamento, fino all’assenza di adeguati strumenti di risposta in caso di contestazioni dell’utente. Molti di questi siti, poi, introducono modifiche ai contratti degli utenti in via unilaterale, senza informare prima il consumatore.
Dal monitoraggio effettuato dalla Commissione risulta che la metà dei siti esaminati pubblicizza pacchetti di servizi “free” o a prezzi ridotti, salvo poi distribuirli a pagamento. Nel 78% dei casi manca un link a una piattaforma di risoluzione delle contestazioni mosse dal cliente e il 40% dei siti non prevede neppure un sistema di reclamo. Quasi il 32% delle piattaforme interviene in modo unilaterale sui contratti, non richiedendo il consenso di chi lo ha sottoscritto né per la modifica delle condizioni né per la cancellazione del contratto. Un sito su quattro non fornisce informazioni chiare o attendibili sulle procedure di rimborso o risarcimento, nell’ipotesi in cui il servizio offerto non corrisponda a quello per cui il cliente ha pagato. Infine, il 21,7% dei siti non prevede un’informativa chiara sul rinnovo automatico del contratto.
“Gli utenti – sottolinea Vera Jourova, commissaria europea per la Tutela dei consumatori – fanno uso quotidianamente dei loro abbonamenti online e dovrebbero potersi fidare di questi servizi. Mi aspetto che le informazioni false o ingannevoli vengano corrette il prima possibile per assicurare il pieno rispetto delle regole europee sulla tutela dei consumatori da parte dell’intero settore”. Di recente, la Commissione ha proposto una normativa più stringente contro queste pratiche, predisponendo maggiori strumenti affidati alle autorità di controllo nazionali. Toccherà a queste ultime verificare le irregolarità commesse dai 163 siti sospetti e irrogare eventuali sanzioni. Ogni anno la Commissione coordina lo screening di un particolare settore di siti web. Tra gli altri, si è già occupata di voli aerei, portali vacanze, prodotti elettronici, ticket online.