l’analisi

Streaming video, l’inizio della fine?



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Il tasso di abbandono una seria preoccupazione per i player di mercato tradizionali. I social media sembrano meglio posizionati per attirare l’attenzione dei consumatori nei prossimi anni. E il gaming, con il suo fascino interattivo, è pronto a entrare nella battaglia

Pubblicato il 12 lug 2024

Augusto Preta

Founder ITMedia Consulting



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Il 2023 è stato testimone di un altro momento chiave nella storia del video streaming, cambiando ancora una volta la narrativa mainstream e, in ultima analisi, le prospettive del settore dei media e dell’intrattenimento.

Trend e comportamenti dei consumatori

Da un lato ha accelerato le tendenze di mercato preesistenti, dall’altro ha alterato e messo in discussione i nuovi comportamenti legati al consumo dei contenuti video, inducendo molti a chiedersi quali saranno i comportamenti che rimarranno inalterati dopo lo sconvolgimento e quali saranno le implicazioni per il settore.

La questione del churn

Il churn (l’abbandono dei servizi Svod) è diventato sempre più una seria preoccupazione per gli operatori di streaming e per gli studios, che hanno speso ingenti risorse nella produzione di nuovi contenuti come chiave per mantenere gli abbonati. Così, mentre le aziende del settore si contendono i consumatori per trattenenre gli abbonati, la prossima ondata di disruption potrebbe risiedere nell’espansione dell’atteggiamento di consumo della Generazione Z anche al resto della popolazione, che preferisce giocare ai videogiochi, ascoltare musica in streaming e impegnarsi sui social media, spesso simultaneamente, piuttosto che limitarsi a guardare la TV o i film.

Il campo affollato

È chiaro che c’è competizione per il pubblico tra un campo affollato di fornitori di video in streaming, ma anche con le altre forme di intrattenimento.

La prima minaccia proviene dai servizi di piattaforma video (YouTube), che possono attrarre e fidelizzare miliardi di clienti grazie alla fornitura di feed video personalizzati, per lo più generati dagli utenti, con costi di produzione bassi o nulli.

Un’altra sfida sembra sorgere con i player dello streaming versus i social media. Il prossimo intrattenimento sarà sempre più sociale, quindi le piattaforme di social media sembrano meglio posizionate rispetto allo streaming per attirare l’attenzione dei consumatori nei prossimi anni. Così come il gioco, con il suo enorme fascino interattivo, è pronto a entrare nella battaglia per l’attenzione e il tempo degli utenti.

La partita dell’intelligenza artificiale

In questo contesto in continua evoluzione, sempre più osservatori guardano all’intelligenza artificiale, ai foundation model della GenAI, come alla prossima frontiera anche per il video e l’intrattenimento.

Ci sarà ancora spazio, e in che misura, per lo streaming video in questo nuovo mondo digitale?

Finora il Vod ha avuto spazio sufficiente per crescere e la sua esperienza narrativa coinvolge ancora gli utenti. Ma pur spendendo molto nella produzione di contenuti, i servizi Vod devono ancora affrontare la prossima grande sfida, legata alla capacità di servire meglio i propri clienti che non sono più solo le generazioni più giovani, che peraltro rappresentano anche le audience future.

La big thing

Tutti questi fattori, secondo ITMedia Consulting, avranno un forte impatto nei prossimi anni sull’industria dei contenuti, aumentando la competizione tra gli operatori per catturare l’attenzione del consumatore, la vera “big thing” e l’obiettivo più impegnativo per gli anni a venire.

Guardando al futuro dell’industria dei contenuti video, molti indicatori suggeriscono che siamo all’inizio e non alla fine di un processo, una tappa intermedia verso una terza ondata di frammentazione in cui questi “nuovi media” iniziano a intaccare le quote di mercato dei principali servizi di streaming in un mondo molto più complesso fatto di ecosistemi interconnessi e interdipendenti.

In un futuro che si prospetta estremamente complicato e incerto, è necessario prestare attenzione a questi segnali per evitare, da un lato, di ancorare le aziende consolidate a soluzioni di comodo, spesso le più semplici perché più familiari, e, dall’altro, di imboccare una strada sbagliata che avrebbe effetti ancora più devastanti sul loro futuro.

Si potrebbe pensare che tutto questo porterà a un rapido declino della TV tradizionale e in prospettiva del video streaming, con conseguenze anche sullo spostamento della spesa pubblicitaria. Di sicuro la corsa per sostituire la TV lineare e successivamente il video streaming è già cominciata. Ma non c’è da farsi illusioni: si tratterà di una maratona, non di uno sprint.

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