Niente scampo per chi affitta il proprio alloggio su Airbnb. Nella manovrina da 3 miliardi cui sta lavorando il governo si stabilisce una stretta dell’Agenzia delle Entrate sugli affitti brevi, ovvero quelli di durata inferiore ai 30 giorni. Con una doppia mossa: da un lato viene stabilito, nero su bianco, la possibilità di pagare la cedolare secca del 21% anche per questo tipo di locazioni – fino ad ora, questa pratica era concessa solo sulla base di una interpretazione dell’Agenzia delle Entrate stessa; dall’altro, la ritenuta del 21% sarà gestita direttamente dagli intermediari, anche quando questi operino attraverso portali online. Proprio come accade per Airbnb.
In altre parole, Airbnb diventerà sostituto d’imposta: al momento stesso del pagamento, toccherà al portale trattenere l’importo relativo alla cedolare secca, che dunque sarà sottratto automaticamente dalla cifra che riceverà l’host. Poi sarà sempre il portale a dover versare questa somma all’erario.
Inoltre l’intermediario dovrà comunicare all’Agenzia delle Entrate i contratti conclusi e rilasciare annualmente a chi affitta la certificazione unica (Cu) contenente gli importi percepiti e le ritenute effettuate. La violazione delle regole comporta delle sanzioni, per l’intermediario, pari a 2.000 euro.
Le regole valide per Airbnb e per altri portali web devono essere applicate anche per gli intermediari come le agenzie immobiliari, obbligate sia a segnalare i contratti conclusi che a effettuare la ritenuta d’acconto sugli importi ricevuti.
L’importo della cedolare secca deve essere pagato tramite modello F24:
- l’acconto, pari al 95% dell’imposta totale, può essere pagato in una rata entro il 16 giugno, oppure in due rate (se l’importo è superiore a 257,52 euro), 16 giugno (60%) e 30 novembre (40%).; l’acconto non è dovuto se l’importo è inferiore a 51,65 euro;
- il saldo deve essere pagato entro il 16 giugno dell’anno successivo (entro il 16 luglio, se maggiorato dello 0,40%).
Per registrare telematicamente le locazioni ed utilizzare l’opzione cedolare secca, si utilizza il software Rli dell’Agenzia delle Entrate.