In gran parte in preda ad ansia scolastica, spesso consumatori estremi di Internet, nell’insieme moderatamente felici, ma con punte di insoddisfazione per la vita più che negli altri paesi. E’ il ritratto degli studenti italiani fotografato da uno studio Ocse sul benessere scolastico, da cui emerge anche che i ragazzi apprezzano le scuole con una buona disciplina e in cui percepiscono un forte coinvolgimento degli insegnanti. In base alla ricerca – che rientra nell’ambito dei test internazionali Pisa sulle competenze nelle principali materie di studio in cui l’Italia notoriamente non brilla – i quindicenni della Penisola riportano livelli di ansia scolastica più elevati della media dei Paesi Ocse.
Il 23% degli studenti italiani riferisce di usare Internet per oltre 6 ore al giorno, fuori dalla scuola, in un normale giorno della settimana e sono pertanto ritenuti consumatori estremi di Internet. In media, gli studenti in Italia usano Internet per 165 minuti al giorno durante la settimana e per 169 minuti durante il fine settimana a fronte di medie Ocse di 146 minuti e 184 minuti rispettivamente. Il 47% degli studenti italiani dice addirittura di “sentirsi proprio male se non c’è una connessione a Internet”, ma in questo caso la media Ocse (54%) è ancora più inquietante.
I consumatori estremi di Internet, in Italia come in altri paesi – ammonisce l’Ocse – hanno tendenzialmente peggiori risultati a scuola, maggiori probabilità di saltare scuola o arrivare in ritardo, e minori probabilità di pensare di conseguire una laurea o un diploma universitario.
Il 56% diventa nervoso quando si prepara per un test (media 37%) e il 70%, anche se è preparato, quando deve fare un test è molto in ansia (media 56%), un livello questo tra i più elevati dell’intera Ocse (solo in Olanda e Regno Unito è maggiore). L’ansia scolastica, che in Italia è più frequente negli istituti dove gli studenti studiano per oltre 50 ore la settimana (a scuola e fuori scuola), è uno dei fattori associati a una scarsa soddisfazione della vita. Gli studenti in Italia hanno riportato in media un livello di 6,9 su una scala che misura la soddisfazione della vita da 0 a 10, un dato inferiore, ma non troppo lontano, dalla media Ocse (7,3). Solo il 24% dei ragazzi di casa nostra, tuttavia, dice di essere molto soddisfatto della vita (media Ocse 34%) e quasi il 15% afferma di essere poco o nulla soddisfatto (media 11,8%), una delle percentuali maggiori tra i 35 Paesi Ocse. A fare da contraltare all’apprensione per interrogazioni ed esami e a spingere al rialzo l’indice di gradimento della vita probabilmente è la facilità con cui si fa amicizia tra i banchi, riferita dall’83% dei ragazzi contro il 78% della media Ocse, anche se a sentirsi nel proprio ambiente in aula e’ poi il 67% contro il 73% della media Ocse.
Da rilevare che in Italia le scuole in cui gli studenti si ritengono maggiormente soddisfatti della vita sono caratterizzate da un buon clima di disciplina e da una forte percezione, da parte degli studenti, che gli insegnanti delle materie scientifiche si interessano all’apprendimento di ciascun studente e aiutano gli studenti nell’apprendimento. Nell’insieme, per altro, gli studenti in Italia riportano un sentimento di appartenenza a scuola vicino alla media dei paesi Ocse. Tuttavia, gli studenti con un background di immigrazione hanno un livello più basso della media degli studenti immigrati negli altri paesi. Il 77% degli studenti non-immigrati (media Ocse 83%), ma solo il 69% degli studenti immigrati di prima generazione (nati all’estero, media Ocse 79%) riportano di essere d’accordo o molto d’accordo con l’affermazione “Mi sembra di piacere agli altri studenti”. Anche tra gli studenti immigrati di seconda generazione (nati in Italia da genitori stranieri) solo il 71% ritiene di piacere agli altri studenti (media 83%).
Dallo studio emerge anche che gli studenti in Italia percepiscono un buon sostegno dai genitori. Il 96% degli studenti riferisce che i genitori sono interessati alle loro attività scolastiche (media Ocse 93,5%) e l’89% riporta che i genitori li sostengono quando affrontano difficolta’ a scuola (media Ocse 91%).