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Studio Ibm: mobile commerce a +15% negli Usa

Ibm Retail Online Index: nel secondo trimestre lo shopping mobile negli Stati Uniti ha subito una forte impennata mentre le vendite attraverso i social network sono diminuite del 20%

Pubblicato il 17 Lug 2012

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Negli Usa nel secondo trimestre lo shopping mobile aumenta del 15% mentre le vendite attraverso i social media diminuiscono del 20%. Questo in sintesi è quanto emerge dall’Ibm Retail Online Index, un’analisi basata su cloud del settore delle vendite online. Inoltre, chi ha fatto acquisti online ha comprato più articoli e ha speso di più per ogni transazione online.

Il rapporto è concomitante alle notizie rilasciate in questi giorni dall’US Department of Commerce’s Census Bureau sulle previsioni relative alle vendite al dettaglio e ai servizi alimentari negli Stati Uniti. Nel mese di giugno, le vendite al dettaglio hanno subito una diminuzione dello 0,5% rispetto al mese di maggio, il terzo mese consecutivo di contrazione. In questo scenario è emersa una nota positiva: le vendite del mese di giugno 2012 sono state superiori del 3,8% rispetto a quelle del mese di giugno 2011.

Il mobile commerce ha rappresentato il 15,1% di tutti gli acquisti online, con un aumento di oltre il 14%. Nonostante questo slancio, i rivenditori hanno ancora difficoltà ad avere un concreto successo con i loro sforzi nei social media, come evidenziato da un calo di oltre il 20% del social shopping.

Secondo una recente indagine di Ibm, State of Marketing 2012, una ragione dell’insuccesso del social commerce potrebbe essere la mancata collaborazione tra Cmo e Cio, un fattore critico dal momento che il marketing e il commercio online sono sempre più basati sulla tecnologia.

L’assenza di questa collaborazione ostacola l’adozione di tecnologie integrate, in grado di alimentare iniziative efficaci nei social media. Un secondo fattore è l’incapacità del marketing di creare un chiaro consenso su come utilizzare i canali sociali. Di conseguenza, il Retail Online Index ha osservato un calo delle opinioni positive riguardo ai social media che, secondo l’indice, sono passate dal 25,1% nel primo trimestre al 18,6% nel secondo. I principali fattori di questo cambiamento sono stati la mancanza di offerte proposte dai rivenditori attraverso questi canali, prevalenti invece nel primo trimestre.

Nel secondo trimestre, anche se il traffico e le vendite online sono scesi rispettivamente del 6,7 e del 2,3% rispetto al trimestre precedente, vi sono stati segnali di ottimismo. Nello specifico, per gli ordini completati, gli acquirenti hanno comprato più articoli (la media di articoli per ordine è salita del 2,6%) e hanno speso di più per ogni transazione (i valori medi degli ordini per ogni acquisto sono cresciuti del 2,3%) nell’arco del secondo trimestre.

I consumatori si sono ulteriormente concentrati sulla sfera domestica, con un aumento degli articoli per la casa del 35,3% nel secondo trimestre; i grandi magazzini hanno continuato a catturare l’attenzione dei consumatori, con una crescita delle vendite del 3,7%; i negozi di gioielli hanno mantenuto il loro trend di crescita, con un incremento delle vendite dell’1,4%.

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