Ridare ordine al processo, ripartendo dal progetto industriale, sgombrando il campo dalla fretta di questi ultimi mesi di contabilizzare eventuali esuberi. E’ la posizione della Federazione italiana metalmeccanici della Cisl (Fim) sulla cosiddetta Super Selex, la nuova società che, dalla fusione di Selex Galileo, Selex Elsag e Selex Sistemi Integrati, aggregherà tutto il comparto dell’elettronica per la difesa e sicurezza di Finmeccanica.
La Super Selex, ha detto il segretario Fim Cisl, Marco Bentivoglio, “avrà oltre 20.000 dipendenti e rischia di essere l’ultimo presidio dell’Ict a casa madre italiana”.
E’ da settembre che la Fim Cisl rivendica una discussione autentica su un piano industriale di sviluppo dentro un’architettura industriale che presidi e dia profondità alle attività delle diverse società. “Le ultime fusioni, proprio dentro questo comparto – ha ricordato Bentivoglio – sono state avviate, troppo spesso, prefigurando un allargamento del mercato target e si sono concluse dimezzando gli ordini messi a budget. Per evitare ciò serve riscoprire un profilo aggressivo che sappia valorizzare e sviluppare competenze”.
E il segretario dei metalmeccanici cislini chiama in causa Monti: “La portata di questa unificazione merita un Governo più presente sulle vicende Finmeccanica, che sappia andare al di là delle ‘dichiarazioni’ e riscopra la capacità, al pari di tutti i governi delle aziende concorrenti, di fare sistema con i propri assets industriali strategici”.
Lo scorso 20 luglio Finmeccanica ha scelto i vertici della Super Selex. A guidare la nuova società dell’elettronica per la difesa che nascerà (il primo gennaio 2013) dalla fusione di Selex Sistemi Integrati, Selex Galileo e Selex Elsag, saranno Allan Cook (attuale presidente di Selex Galileo) come presidente con deleghe e Fabrizio Giulianini come amministratore delegato (oggi amministratore delegato di Selex Galileo).
Il prossimo presidente, tra gli incarichi ricoperti in passato, è stato chief executive di Cobham, uno dei maggiori player britannici nel settore dell’aerospazio e difesa. Due elementi – tempi della fusione e proiezione internazionale della società – fortemente voluti dall’amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi. Con la fusione delle tre aziende si darà vita a una società da quattro miliardi di euro di fatturato e 18mila dipendenti, in un settore – quello dell’elettronica per la difesa – in cui Finmeccanica può schierare anche l’americana Drs, collocandosi così tra i principali player a livello mondiale.