Nella nuova strategia di crescita per il 2016-2020 di Swisscom la Seco, segreteria di Stato per l’economia della Svizzera, sta prendendo in considerazione anche l’ipotesi della privatizzazione della telco. Ad annunciarlo, in un’intervista al settimanale Nzz am Sonntag, è la direttrice della Seco, Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch (nella foto).
Più in generale la segreteria sta valutando se confermare la strategia finora adottata per l’azienda – che in Italia controlla Fastweb – sia ancora valida, o se sia il caso di prendere in considerazione le indicazioni del rapporto Ocse che in un rapporto di inizio dicembre suggeriva di procedere a una privatizzazione dell’operatore tlc.
Un argomento che nel corso degli ultimi 10 anni è tornato più volte d’attualità, è che ora potrebbe essere il momento di esaminare in modo più attento nella messa a punto della nuova strategia di crescita per il periodo 2016-20.
Oggi Swisscom, è controllata dalla Confederazione elvetica con il 51% del capitale azionario, ed è un’azienda che secondo Ineichen-Fleisch ben gestita. La sfida per il futuro, però è quella della digitalizzazione: “Dobbiamo chiederci se Swisscom sia in grado di agire con sufficiente rapidità nel suo settore tradizionale delle telecomunicazioni e a quale prezzo”, ha sottolineato la direttrice della Seco.
La Confederazione dovrà anche considerare se vi sia un eventuale conflitto di interessi per quelle aziende pubbliche che si diversificano nel digitale al di fuori della loro missione di servizio pubblico, ha rilevato il direttore della Seco, facendo riferimento alla nuova piattaforma pubblicitaria che riunisce Swisscom, Ringier e la Ssr.