“Misure economiche compensative per gli operatori di rete che rilasceranno le frequenze della banda 700 Mhz”: lo chiede l’associazione delle Tv locali Aeranti-Corallo specificando che sia “auspicabile” che la questione venga affrontata nella prossima manovra di bilancio che il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare a breve e, quindi, sottoporre all’esame del Parlamento “al fine di conoscere tempestivamente l’evoluzione della problematica”.
Il pressing dell’associazione arriva nel corso dell’accelerazione impressa dal governo sugli accordi bilaterali con i Paesi confinanti sulle frequenze interferenti: in base alla decisione del Consiglio UE di primavera entro il 31 dicembre 2017 dovranno essere conclusi gli accordi di coordinamento transfrontaliero delle frequenze all’interno dell’Unione europea. Entro il 30 giugno 2018 gli Stati membri dell’UE dovranno adottare e rendere pubblici i relativi piani nazionali per la liberazione della banda 700 Mhz (canali televisivi da 49 a 60 Uhf).
Come reso noto nel corso della riunione tenutasi presso la Dgpgsr del Ministero lo scorso 27 settembre al momento si sono praticamente conclusi gli accordi con la Francia e con la Spagna e sarebbero in fase di conclusione quelli con i Paesi della fascia adriatica. L’accordo con la Francia prevederebbe una suddivisione paritetica delle frequenze Uhf tra Italia a Francia (delle 28 disponibili nelle bande IV e V, 14 sarebbero di competenza dell’Italia e altrettante della Francia. A queste 14 verrebbe aggiunta una rete Vhf (portando così il totale a 15, con un terzo delle stesse riservato alle tv locali). L’accordo con la Spagna riveste una portata limitata, in quanto interessa marginalmente solo alcune aree della Sardegna che dovrebbero essere coordinate con le Isole Baleari.
Per quanto riguarda la fascia adriatica, l’obiettivo è di arrivare a 14 frequenze Uhf (+ 1 Vhf) riservate all’Italia e 14 riservate ai Paesi posti sulla sponda orientale del mare Adriatico (rispetto alla situazione del piano di Ginevra 06, dovrebbe essere recuperata una ulteriore frequenza a favore dell’Italia, posto che al momento, l’Italia dispone di soli 13 canali).
A Nord del Paese, i tavoli di coordinamento con Svizzera e Austria sono in fase avanzata di definizione, mentre rimarrebbe ancora aperto il “fronte Sud”, con una serie di azioni di coordinamento che dovrebbero ancora essere compiute con i Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo. Allo stato attuale, devono essere ancora definite le procedure per la dismissione delle frequenze in questione.