Sit-in e protesta davanti all’Ambasciata di Germania a Roma dei lavoratori della T-Systems Italia, fornitore di servizi IT controllato al 100% da Deutsche Telekom. I lavoratori hanno protestato contro il Gruppo di tlc tedesco che, “disattendendo l’accordo firmato a fine 2011, che garantiva stabilità occupazionale fino a tutto il 2014, ha annunciato nel luglio scorso l’intenzione di vendere la filiale italiana e ad ottobre che 130 dei 340 impiegati rimanenti, oltre a 22 dirigenti, erano in esubero”. Secondo i lavoratori sarebbe in dirittura d’arrivo, se non già siglato, l’accordo di vendita all’italiana Engineering. La rappresentanza dei lavoratori ha avuto un colloquio con il cancelliere dell’ambasciata tedesca che si è interessato della questione.
Gli impiegati denunciano anche il fatto che l’azienda, convocata per due volte dal ministero del Lavoro per un tentativo di conciliazione con i sindacati, non si è presentata. I lavoratori chiedono di sapere “perché Deutsche Telekom abbandona l’Italia, perché gli accordi firmati non vengono rispettati e perche’ dobbiamo essere ancora una volta noi a pagare per gli errori manageriali”.
Nei giorni scorsi, la cessione di T-Systems Italia è approdata in Parlamento, con un’interrogazione ad hoc firmata dal deputato del Pd Giovanni Sanga, indirizzata al Mise e al ministero del Lavoro.
Il deputato del Pd chiede al Mise e al ministero del Lavoro “quali misure ritengano di mettere in campo per evitare gli esuberi, che andrebbero ad interessare inizialmente 130 dipendenti e 22 dirigenti su 430 addetti totali”.
“Il gruppo tedesco Deutsche Telekom ha deciso la vendita della controllata T-Systems Italia; nell’ambito delle trattative con Engineering, acquirente interessato, è stato dichiarato l’esubero di 130 dipendenti e di 22 dirigenti aziendali, su un totale di 430 dipendenti – si legge nel documento – già nel novembre 2011, i sindacati Fiba Cisl, Fabi, Fisac e Uilca avevano siglato un accordo che prevedeva l’esodo incentivato per 71 persone in esubero, al fine di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali per 3 anni”.
“Nel quadro del “Progetto Italia”, Deutsche Telekom si era impegnata al rilancio dell’attività nel nostro Paese, dopo una serie di tagli, sia in termini di riduzione di personale che degli emolumenti ai dipendenti rimasti – continua Sanga – nell’arco di un anno, l’azienda non ha dato corso al piano di rilancio, nessun investimento è stato fatto, anzi si è arrivati alle dichiarazioni di esubero”. “La T-Systems Italia non si è presentata all’incontro del 16 novembre 2012 presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al fine di esperire il tentativo di conciliazione”.
Secondo fonti sindacali, lo sciopero proclamato il 22 novembre scorso dai dipendenti T-Systems ha registrato un’adesione superiore al 90%. Lo scorso 16 novembre i sindacati Fiba Cisl, Fabi, Fisac/Cgil e Uilca hanno interrotto il tavolo di trattative con T-Systems Italia, a causa delle condizioni poste dall’azienda, nell’ambito del take over da parte di Engineering. “L’azienda ci ha detto che sono previsti 130 esuberi e le condizioni che hanno fissato per il personale che resta sono troppo rigide, per questo abbiamo deciso di non continuare la trattativa”, ha detto al Corriere delle Comunicazioni Pier Paolo Marino, coordinatore nazionale della Fiba Cisl.
Intanto, prosegue l’iter verso l’acquisizione. La chiusura del pre-accordo commerciale fra Engineering e Deutsche Telekom per il passaggio di mano è previsto a metà dicembre. Nei piani, il nuovo assetto aziendale sarà varato a partire dal primo gennaio.
L’italiana Engineering ha battuto la concorrenza di altri due pretendenti, che a settembre avevano manifestato interesse per il dossier: si tratta del fondo tedesco Aurelius Group (in tandem con l’azienda Getronics) e del fondo americano Gores Investment Group.
A luglio, Deutsche Telekom aveva smentito al nostro giornale le voci di una possibile cessione di T-Systems Italia.